mercoledì 19 dicembre 2018

2018, I

Traccio un bilancio a puntate di quest’anno, per come l’ho vissuto io.
Ho registrato più di un incidente diplomatico legati a quello che scrivo sul blog, non per quello che dico a qualcuno, vis-à-vis. Facebook e Twitter hanno cambiato a tal punto le persone, che esse si comportano allo stesso modo nelle situazioni più disparate. Fatti loro, replicare è tempo sprecato.
Mi sono accorto che diversi amici e conoscenti hanno cambiato il loro modo di pensare e immaginano che tu abbia fatto la stessa cosa, nel modo identico. Nel senso: il comunista illuminato dalla Lanterna, il democristiano spostato molto a destra, si lamentano entrambi che tu non li abbia seguiti. (Di là delle questioni extra-politiche ma più prosaiche). Dopo aver letto che Arlo Guthrie – mezzo hippy da giovane –, è divenuto un repubblicano di quelli duri, non mi meraviglio più di niente; «Povero padre [Woody], buonanima» ho pensato tra me e me.

Ho registrato che qualche sogno giovanile si è avverato. (Giovanile nel senso: non ci penso più da almeno trent’anni). Avrei dovuto scrivere dei post di fuoco sulla chiusura al traffico motorizzato di cinquanta metri di strada? Nemmeno per sogno. Sono pochi, tanti, così-così 50 metri? Accontentiamoci, è meglio del niente negli ultimi decenni. Che cosa avrei dovuto scrivere? Il sindaco ha portato a conclusione una struttura che andava realizzata durante la sua gioventù. A chi mi ha chiesto un giudizio critico su quel pezzo di restyling, ho invece risposto invariabilmente: «Tardi e ben venga».

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