Traccio un bilancio a puntate di
quest’anno, per come l’ho vissuto io.
Ho registrato più di un incidente
diplomatico legati a quello che scrivo sul
blog, non per quello che dico a qualcuno, vis-à-vis. Facebook e Twitter hanno cambiato a tal punto le
persone, che esse si comportano allo stesso modo nelle situazioni più
disparate. Fatti loro, replicare è tempo sprecato.
Mi sono accorto che diversi amici e
conoscenti hanno cambiato il loro modo di pensare e immaginano che tu abbia
fatto la stessa cosa, nel modo identico. Nel senso: il comunista illuminato dalla
Lanterna, il democristiano spostato molto a destra, si lamentano entrambi che
tu non li abbia seguiti. (Di là delle questioni extra-politiche ma più
prosaiche). Dopo aver letto che Arlo Guthrie – mezzo hippy da giovane –, è divenuto un repubblicano di quelli duri, non
mi meraviglio più di niente; «Povero padre [Woody], buonanima» ho pensato tra
me e me.
Ho registrato che qualche sogno
giovanile si è avverato. (Giovanile nel senso: non ci penso più da almeno trent’anni). Avrei dovuto scrivere dei
post di fuoco sulla chiusura al traffico motorizzato di cinquanta metri di
strada? Nemmeno per sogno. Sono pochi, tanti, così-così 50 metri?
Accontentiamoci, è meglio del niente negli ultimi decenni. Che cosa avrei
dovuto scrivere? Il sindaco ha portato a conclusione una struttura che andava
realizzata durante la sua gioventù. A chi mi ha chiesto un giudizio critico su
quel pezzo di restyling, ho invece risposto
invariabilmente: «Tardi e ben venga».
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