mercoledì 12 dicembre 2018

Ayahuasca Airlines bis

Non ci voleva molto a scrivere il post precedente, in realtà. Riprendo oggi quello che ho pubblicato sullo spostamento del mercato settimanale e lo applico all’ideologia sovrastante secondo cui, le recenti trasformazioni al centro (1500 metri di pista ciclabile più altri cinquanta chiusi al traffico motorizzato) hanno almeno danneggiato il comparto del commercio.
Applico alla lettera tale ideologia, per ‘vedere di nascosto l’effetto che fa. Scrivo perciò questo: volendo fare in ogni modo un affare acquistando un video-registratore, un pigiama o una confezione di kiwi, devo rivolgermi al sindaco, a uno studio tecnico o al WWF. Mi diranno gli avezzanesi – tutti, con aria di compatimento, privatamente – che mi trovo sulla buona strada per la follia trattandosi di figure che svolgono attività ben diverse, lontane dal commercio. (Un chilo di mele, tra l’altro lo trovo dal fruttivendolo o in un supermercato con il reparto alimentare, non certo dal ferramenta). Tutto qua.
Tale ideologia fabbricata da soggetti di diverso genere, diffusa dai mass media locali almeno nell’ultimo decennio sminuisce quando non nega realtà come: 1) l’alto numero dei negozi in città – soprattutto la loro distribuzione nell’agglomerato, 2) alcuni shopping center lungo la Tiburtina Valeria, 3) un buon 5% degli acquisti via e-commerce. (In maniera particolare la prima e chissà perché – si fa tanto per dire).

Chi ha un esercizio nel Quadrilatero o dentro il perimetro del capoluogo, sa che deve reggere la concorrenza di chi svolge altrove lo stesso mestiere. (Generalmente succede così, non da ieri: fa parte del lavoro del commerciante; sono pochi in realtà, quelli che piagnucolano)

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