domenica 23 dicembre 2018

2018, III

(Una questione che mi è interessata poco quest’anno e perciò, io non ho pubblicato niente in proposito). A metà novembre, un importante membro del governo ha attaccato la stampa nazionale, i giornalisti per la loro faziosità; la risposta degli interessati è stata tempestiva e unanime. (Non mi sono schierato e non solo perché sono un blogger).
C’entra la mia formazione – non solo la mia, ma anche di una massa di persone. Mezzo secolo fa, davanti a un grappolo d’uva il normale studente del classico avrebbe sciorinato una serie di aggettivi i più appropriati mentre noi del liceo scientifico, lo avremmo pesato, ci saremmo messi a contare gli acini (solo quelli presenti, dello stesso colore, i malaticci?). Le persone che possiedono una cultura di tipo scientifico, sono generalmente molto lente nel formulare giudizi; soprattutto quando ci si trova su terreni poco consistenti.
Nel nostro caso, per quello che cerco e leggo nel web, giungendomi all’orecchio il termine «giornalista», io penso più che altro a un divulgatore scientifico, un critico letterario o musicale, un urbanista, un semiologo o uno che scrive di enogastronomia; certo non qualcuno che segue la cronaca politica o quella tout court. Leggo autori che hanno idee diverse dalle mie; riconosco XY quando le ha sparate grosse nel giorno kj a proposito di Alfa. È una persona – di numero –, non una categoria XY; si è comportato in modo scorretto in un’occasione particolare. È arduo riassumere, giudicare una qualsiasi situazione o persone con una frase o peggio, con uno slogan. (Potrà ripetersi una o la seconda volta XY; ci vorrà ancora del tempo, prima di appiccicargli una qualche etichetta).

L’errore del governante in questo frangente è di tipo politico, perché con la sua azione ha unificato contro di sé, il suo partito, tutti gli appartenenti a una categoria: persone serie, banderuole, così-così, esimi editorialisti, cialtroni, acuti intellettuali, raccomandati, quelli che scrivono tutt’altro dalla politica – la maggior parte.

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