(Una questione che mi è interessata
poco quest’anno e perciò, io non ho pubblicato niente in proposito). A metà
novembre, un importante membro del governo ha attaccato la stampa nazionale, i
giornalisti per la loro faziosità; la risposta degli interessati è stata tempestiva
e unanime. (Non mi sono schierato e non solo perché sono un blogger).
C’entra la mia formazione – non solo la
mia, ma anche di una massa di persone. Mezzo secolo fa, davanti a un grappolo
d’uva il normale studente del classico avrebbe sciorinato una serie di
aggettivi i più appropriati mentre noi del liceo scientifico, lo avremmo pesato, ci saremmo messi a contare gli acini (solo quelli
presenti, dello stesso colore, i malaticci?). Le persone che possiedono una
cultura di tipo scientifico, sono generalmente molto lente nel formulare
giudizi; soprattutto quando ci si trova su terreni poco consistenti.
Nel nostro caso, per quello che cerco e
leggo nel web, giungendomi all’orecchio il termine «giornalista», io penso più
che altro a un divulgatore scientifico, un critico letterario o musicale, un
urbanista, un semiologo o uno che scrive di enogastronomia; certo non qualcuno
che segue la cronaca politica o quella tout
court. Leggo autori che hanno idee diverse dalle mie; riconosco XY quando le ha sparate grosse nel
giorno kj a proposito di Alfa. È una persona – di numero –, non
una categoria XY; si è comportato in
modo scorretto in un’occasione
particolare. È arduo riassumere, giudicare una qualsiasi situazione o persone con
una frase o peggio, con uno slogan. (Potrà ripetersi una o la seconda volta XY; ci vorrà ancora del tempo, prima di appiccicargli
una qualche etichetta).
L’errore del governante in questo
frangente è di tipo politico, perché con la sua azione ha unificato contro di
sé, il suo partito, tutti gli
appartenenti a una categoria: persone serie, banderuole, così-così, esimi
editorialisti, cialtroni, acuti intellettuali, raccomandati, quelli che scrivono
tutt’altro dalla politica – la maggior parte.
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