mercoledì 16 ottobre 2013

K'sLT 37


Avezzano non ha una o più isole pedonali. Non c’è ma non manca: una misura simile non è prescritta dal medico né è irrogata come pena dal giudice. L’isola pedonale è un tratto di strada in cui è interdetto il traffico ai mezzi motorizzati e spesso anche alle biciclette. Utilizzare tal espressione a proposito della vicenda avezzanese è quindi improprio.
Le amministrazioni locali, istituiscono le isole pedonali per i motivi più diversi da oltre 30 anni, in Italia. Il provvedimento, può servire a risparmiare fastidiose vibrazioni ad un edificio di pregio, ad evitare rapine a banche e pubblici esercizi, a identificare un’area particolare (commerciale, archeologica, turistica, per favorire l’aggregazione sociale), ecc. Non s’istituiscono isole pedonali lungo le strade di collegamento tra città o a cavallo delle grosse arterie ma nei centri abitati, sì.
Ci si può chiedere: che cosa produce sulla circolazione, un’isola pedonale? La misura di fatto, riduce l’offerta di sedi per la circolazione (strade, parcheggi). In parole povere: si riduce lo spazio per i veicoli a motore. Peggiora quindi la situazione del traffico producendo congestione o altra congestione? L’esperienza ci dice di no, nonostante tutto. (Il caso delle isole pedonali temporanee, sperimentali, di mezza stagione o altro, è ben diverso). Nelle grosse città succede che una parte degli automobilisti passa ai mezzi pubblici o alla bicicletta mentre nei piccoli centri inizia a spostarsi a piedi. Il flusso dei veicoli si organizza in un altro modo lungo nuovi percorsi.
Mi ha piacevolmente sorpreso il titolo della delibera n° 333 – 3 ottobre 2012 –, che così recita: «Area pedonale – invernale». (Area, non isola). E’ incoraggiante la volontà dei nuovi amministratori di «minimizzare l’uso individuale [dell’]autovettura» e «ridurre i fenomeni di congestione nelle aree urbane»... speriamo bene!

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