Tanto
perché a luglio non volevo pubblicare niente…
Proseguo
con il lungo, interminabile carnevale
avezzanese – ha stancato abbastanza. Presentando in più occasioni il progetto
per alcune modifiche in piazza A. Torlonia, l’assessore all’Ambiente ha
annunciato che dopo i lavori, quel luogo sarebbe stato interdetto ai cani,
spiegandone il motivo. Mesi addietro. Si trattava di una misura presa da amministratore: la dritta gli sarà
sicuramente giunta da parte dei quattro tecnici
(l’agronomo del Comune e tre provenienti dall’istituto A. Serpieri) che sono
stati consultati per il restauro di quel luogo.
Ieri, ho
letto la notizia di una raccolta di firme contro tale divieto da parte di Zampa
Amica. L’associazione ha in realtà ben compreso che tale misura è stata presa: «in
nome del mantenimento del verde e di alcune particolari piante scelte come ornamento
per la piazza stessa», poi però anziché consultare un agronomo o qualcuno che ha sfogliato dei libri di quella materia per
ribattere agevolmente a Crescenzo Presutti, si è affidata al diritto e alla politica che, in realtà, c’entrano come i cavoli a merenda in
questa storia. Si trattava invece di affermare semplicemente: «È non provato o falso
che la pipì dei cani danneggi l’erba X
e l’albero Y» oppure «La pipì dei
cani provoca qualche trascurabile problema solo alla pianta Z». Andava inoltre documentato tutto ciò,
come si usa da almeno tre secoli in Occidente. (Vale lo stesso discorso per
l’intervento – mooòlto pittowrèsko –
di Massimo Verrecchia). Stiamo parlando anche di quattrini pubblici, se non fosse
abbastanza chiaro.
‘The music was too loud’.
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