martedì 3 luglio 2018

Pars construens

Sicuro che sono stato poco costruttivo nel precedente post? (Preferisco chiarire, prima di proseguire, che chi pubblica qualcosa su un blog, Twitter o Facebook non è pagato per farlo, né è premiato in quattrini per il suo successo, a differenza di una testata giornalistica).
Per le caratteristiche del mio blog, mi disinteresso generalmente delle grandi questioni nazionali e internazionali; mi è capitato in un paio d’occasioni di trattare la cosiddetta questione immigrazione.
Citando un libretto (Giulio Einaudi editore, non un prospero) ho scritto che la storia degli spostamenti della specie Homo, risale al tempo della sua discesa dagli alberi, alcuni milioni d’anni fa.
Ho tirato in ballo demografi e storici la seconda volta. Chiedevo ai primi, all’incirca: fin quando possiamo reggere una simile ondata? Immagino ora come possa finire con i secondi.
È arrivata gente dall’Est Europa, dall’Africa, dall’Asia e dal Sud-America, almeno negli ultimi trent’anni. Allo storico invece io chiedo solo di quelli provenienti da una parte del continente africano – quelli con la pelle più scura, per intendersi. Lui ridacchia sotto i baffi e mi dice che è un effetto del neocolonialismo occidentale. Io considero a voce alta: «Occazzo, non ho mai visto il becco di un quattrino…». Quello mi risponde che come me hanno visto pochi denari, tra gli altri, anche i greci e gli sloveni. In realtà, in Europa, chi ha recitato la parte del leone in Africa è la Gran Bretagna, seguita dalla Francia. (Nel senso: le grosse società e compagnie che operano in quelle parti protette nelle sedi internazionali dai rispettivi governi). Lo stesso si allarga un po’ aggiungendo all’elenco anche gli Stati Uniti (325milioni di abitanti) e Russia (144milioni di abitanti); mi spiega che è ancora presto per valutare l’impatto dell’impegno cinese (1.370milioni di abitanti), presente in Africa per procurare materie prime alle sue industrie.

Ecco, in Italia e purtroppo anche nel resto dell’Europa, si fronteggiano buonisti e cattivisti perché è difficile, per un qualsiasi governante – anche i nostri attuali esagitati –, affrontare a muso duro i cousins o una super-potenza mondiale. Non potendo dirne quattro a quelli giusti, si ripiega offendendo quelli più abbordabili – è molto italiano, lo so.
Trovo veramente difficoltoso schierarmi in questa situazione.

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