giovedì 19 luglio 2018

Summer '18 # 3

(Mi allargo un bel po’). Alla metà del mese mi è capitato un pezzo sotto gli occhi, materia che avrebbe dovuto interessare più di una testata giornalistica: l’Assemblée Nationale ha abolito la parola «razza», dalla Costituzione transalpina. (Ci stavano pensando già dai tempi di François Hollande).
Noi invece eravamo alle prese – si fa tanto per dire – con l’ottantesimo anniversario delle «leggi razziali». Dopo tanti anni in realtà, si aveva l’imbarazzo della scelta per definire quell’odioso avvenimento: «leggi razziali», «leggi razziste», «leggi anti-ebraiche». Conversando con le persone preferisco impiegare l’ultima espressione: l’avevano con loro gli altri italiani negli anni Trenta. (I cugini d’Oltralpe ci hanno fornito un assist).

We say goodbye before we’ve said hello’.

1 commento:

  1. Alberto Negri

    La legge che dice la verità su Israele: finisce una farsa

    Gideon Levy sul quotidiano israeliano Haaretz spiega la nuova legge israeliana sullo stato-nazione. Ecco la sintesi:

    Il parlamento israeliano, la Knesset, ha approvato una delle leggi più importanti della sua storia, oltre che quella più conforme alla realtà. La legge sullo stato-nazione (che definisce Israele come la patria storica del popolo ebraico, incoraggia la creazione di comunità riservate agli ebrei, declassa l’arabo da lingua ufficiale a lingua a statuto speciale) mette fine al generico nazionalismo di Israele e presenta il sionismo per quello che è. La legge mette fine anche alla farsa di uno stato israeliano “ebraico e democratico”, una combinazione che non è mai esistita e non sarebbe mai potuta esistere per l’intrinseca contraddizione tra questi due valori, impossibili da conciliare se non con l’inganno. Se lo stato è ebraico non può essere democratico, perché non esiste uguaglianza. Se è democratico, non può essere ebraico, poiché una democrazia non garantisce privilegi sulla base dell’origine etnica. Quindi la Knesset ha deciso: Israele è ebraica. Israele dichiara di essere lo stato nazione del popolo ebraico, non uno stato formato dai suoi cittadini, non uno stato di due popoli che convivono al suo interno, e ha quindi smesso di essere una democrazia egualitaria, non soltanto in pratica ma anche in teoria. È per questo che questa legge è così importante. È una legge sincera.

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