Seguo a
debita distanza la vicenda del cambiamento (light)
di un pezzetto del centro. Ho già mostrato fastidio per il voler arruolare nelle
proprie file i «residenti» di quella zona da parte delle associazioni di
categoria dei commercianti e di qualche partito che fa riferimento all’attuale
maggioranza.
Voglio essere
più chiaro.
Il posto
in cui vivo dalla nascita non ha un Consiglio di quartiere, un luogo dove decidere di schierarsi in casi del
genere e lasciano perciò il tempo che trova, le «segnalazioni» di dissenso (vere,
presunte) con le scelte dell’Amministrazione comunale, soprattutto se anonime. (Si
parla d’argomenti più leggeri in questo periodo, con i vicini di casa e d’isolato).
Mi piace il
minestrone di vegetali, mentre non sopporto lo stesso trattamento ad altri elementi
(materiali, immateriali): puzzano d’imbroglio, da lontano. Che cosa sta
succedendo da noi? Un sindaco – in qualche maniera, che non interessa –, abbassa (poco, tanto, così-così) l’inquinamento acustico e atmosferico in una zona della città. (Inquinamento
atmosferico dovuto anche a sostanze cancerogene). C’è gente ad Avezzano (vicini
di casa e d’isolato) che invece protesta perché ritiene che la nuova situazione
– meno cancerogeni nell’aria che respira –, la danneggi. Tutto ciò, se vero, è almeno ridicolo per tutti gli avezzanesi.
‘I hardly even like you’.
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