Ho ascoltato
critiche generalmente benevole riguardanti la nuova sistemazione della piazza principale,
ve ne sono state delle altre cattivelle. Più di una persona che mi conosce da
decenni, mi ha chiesto: «Sì, ma come l’avresti fatta?». Ho ricordato che non
ero nella condizione di partecipare a un simile concorso, non avendo i titoli
per accedervi. E l’amico/a, ripeteva: «Sì, ma come l’avresti fatta?». Io zitto.
Non è solo
una questione di titoli ma anche dell’impostazione del problema; da quel poco
che ho letto in giro, si trattava di ripercorrere – nell’elaborato – la storia
della città. Orbene, nessuno ha scritto una storia decente della città, per cui
circola una particolare Vulgata a uso
e consumo dell’establishment e
appunto, del volgo. Detto chiaro e tondo: m’interessa poco l’elemento terremoto
del 1915 come stimolo progettuale; inoltre, Avezzano ha avuto un rapporto non
proprio stretto con il lago Fucino, nel corso dei secoli.
Vado al
sodo: come avrei impostato un mio progetto? Avrei giocato su alcune rette:
1) la direttrice municipio-stazione ferroviaria, derivante dal Prg del 1916, 2)
l’asse principale di piazza Risorgimento, 3) il cardo (per intendersi: via G.
Pagani-via don G. Minzoni), 4) il decumano, di epoca romana come il precedente
(in breve: via Napoli); avrei scelto l’uno o l’altro per lavorare su linee a
90° (il loro incrocio non forma quattro angoli a 90° da noi). Avrei usato una
pietra locale per la pavimentazione e smantellato una buona parte della vasca
della fontana – rimasta incompleta
dalla nascita. Non ho idea di come avrei disegnato io una (piccola) fontana;
l’unica certezza è l’inserimento di una scultura di un certo pregio, d’autore considerando
che ad Avezzano non ve ne sono in giro – anche delle dimensioni 60x60, alta 80
centimetri. (La ricostruzione post-terremoto è stata la miglior occasione che
si potesse sprecare).
Beh, mi avrebbe mandato a quel paese
sia il Comune d’Avezzano sia Fondazione Carispaq, che ha tirato fuori i
quattrini.
(PrimaDaNoi
ha purtroppo chiuso bottega. È una brutta notizia per l’informazione abruzzese,
spero che qualcuno conservi in rete le sue inchieste).
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