Ho speso il mese d’agosto per smontare
alcune stagionate narrazioni intorno alle piste ciclabili. Più di uno ha
marchiato quelle settimane su alcuni organi d’informazione con l’espressione: figlio
legittimo di Facebook. È bene precisare: vi è chi ne ha scritto tanto, altri
così-così; qualche altro ancora, non ha pubblicato niente. (Si tratta di scelte
editoriali e perciò generalmente insindacabili). Tra chi se n’è interessato io
distinguo, tra testate giornalistiche, chi si è schierato apertamente da chi –
in un secondo momento – ha provato a barcamenarsi tra le due posizioni.
Vengo al punto: c’entra Facebook? Sì,
indubbiamente per via dei numerosi materiali ripresi per confezionare articoli senza
perderci troppo tempo e per un certo spirito tribale, ma vi è dell’altro
secondo me. Agli esordi del blog, io raccontai che per fermare qualche progetto
dannoso per l’ambiente – vent’anni prima –, era sufficiente un comunicato su un paio di testate, al
massimo una manifestazione. Succedeva lo stesso, con uno o due articoli di giornale su un particolare
argomento. Ho perciò illustrato una situazione precedente; l’accuratezza nella descrizione era dipesa non dalla
mia capacità di analisi ma proprio dalla distanza temporale con quegli
avvenimenti, già una dozzina d’anni fa. Parlavo allora di un mondo ormai
scomparso e delle mie difficoltà a muovermi nella nuova situazione che è quella
che tuttora viviamo. (Una qualsiasi associazione possiede, tra l’altro,
maggiore libertà di movimento rispetto a una testata giornalistica). Tanto catastrofismo
– d’ordinanza –, vittimismo, esagerazioni, strafalcioni, amenità e veleno
sparso, senza filtri di sorta, in testate cartacee e web, non ha perciò fermato, né rallentato
i lavori del sistema delle piste ciclabili al centro. (Quod erat demonstrandum).
Aggiungo qualcosa d’altro. Nelle ultime
settimane mi sono accorto che chi scrive sul Quadrilatero, dalle testate
giornalistiche, è gente che non vi abita, lo conosce in maniera superficiale, soprattutto
ne ha un’idea piuttosto banale.
È da notare anche in quest’occasione,
che i critici più accaniti non si trovassero tanto nei banchi dell’opposizione politica
– com’è comprensibile –, quanto tra personaggi che fino all’anno scorso, apparivano
nell’entourage del sindaco De
Angelis.
(L’unico bagliore nella cronaca estiva
è legato al nuovo municipio – se n’è parlato poco, è vero).
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