Due post fa, ho parlato delle cosiddette
saracinesche abbassate da anni ad Avezzano. C’entrano la crisi degli ultimi
dieci anni e i nuovi modi d’acquistare, ma non solo.
Nelle grosse città, negli anni Novanta,
ci si lamentava perché chiudeva un negozio definito storico e al suo posto,
s’insediava una jeanseria. In questo
decennio succede lo stesso con esercizi tipo kebabberie, pizzerie, bar – posti in cui si mangia e si beve. È un
po’ diverso da noi in provincia perché non tutte le attività trasferite o
chiuse sono rimpiazzate nel giro di pochi mesi: abbiamo al centro diverse
«saracinesche» giù da anni.
Le proposte delle locali associazioni
di categoria al riguardo non sono definibili neppure con la locuzione
pannicello caldo. Volendo combattere la questione delle «saracinesche
abbassate» da noi, le amministrazioni comunali che si sono susseguite dagli
anni Novanta fino ai nostri giorni, avrebbero dovuto tassare i locali sfitti. (Dovrebbe muoversi allo stesso modo lo
Stato centrale). Una simile misura andava proposta soprattutto dalle
associazioni di categoria. Tutto ciò non è finora avvenuto né penso che
succederà, per questioni che riguardano alcuni singoli soggetti; non a caso
scrivo da anni che nelle richieste della categoria è talmente manifesto l’elemento
del lavoro o dell’occupazione da mettere in ombra quello della rendita. Per intendersi, ripeto: il valore degli immobili in una zona del
centro è cresciuto negli ultimi
decenni nonostante sia diminuita la
loro richiesta. Com’è possibile? È almeno arduo da spiegare tutto ciò se non si
mettono in conto anche le politiche
delle varie amministrazioni riguardanti il centro-centro.
(Politiche pagate con i quattrini e gli spazi della collettività).
Un giovane che vuole intraprendere la complicata
– da alcuni lustri – attività del commerciante, non è certo incoraggiato da una
tale situazione imbalsamata da decenni. (È il caso di citare per quanto
riguarda il Quadrilatero, gli sparuti negozi, qualche artigiano e la farmacia
con orario continuato – il mondo è
vario anche in uno sputo di città come Avezzano).
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