lunedì 17 settembre 2018

One

Sono stato rimbrottato per non aver ribattuto a un paio di comunicati; il primo era firmato da Gianni Napoleone, uscito presso alcune testate tra il 12 e il 13 settembre, il secondo di Roberto Donatelli il giorno seguente (14). Detti comunicati trattavano delle novità nel Quadrilatero nelle ultime settimane (piste ciclabili, un pezzo del restyling in piazza Risorgimento). All’incirca il classico piagnisteo da trent’anni a questa  parte, senza che il tempo lo abbia reso minimamente ridicolo – che è la cosa peggiore. Il Comune – con i tecnici di cui si avvale –, ragiona in termini di mobilità sostenibile in una città di 42mila abitanti e quelli, ribattono parlando di tutt’altre questioni, risolvibili almeno a scala nazionale. I comunicati delle associazioni di categoria (commercianti) e chi tiene loro bordone, trasudano ignoranza, incoscienza, ipocrisia e provincialismo. Da oltre vent’anni, organismi internazionali legati o no all’Onu, raccomandano di ridurre drasticamente, in tempi brevi, l’utilizzo dell’automobile privata negli spostamenti rispetto ad altri modi (mezzi pubblici, bicicletta, monopattino, a piedi). Per non parlare dei limiti al PM10... Simili conferenze, programmi, convegni, trattati, raccomandazioni sono state diffuse nei decenni dai diversi mass media – non è materiale rimasto dentro i cassetti delle organizzazioni promotrici. Un cittadino minimamente informato, avrebbe esclamato: «È poco!», di fronte alla proposta composta con cinquanta metri di area pedonale e altri millecinquecento di pista ciclabile su almeno 250 (duecentocinquanta) chilometri di strade, aperte al traffico automobilistico. È andata invece in ben altro modo.
Vado al sodo, citando giusto una perla a testa. Il primo: «il traffico ha completamente collassato il centro e già si incomincia ad evitarlo dirottando i propri acquisti in zone più accessibili». Nel senso: l’uso di un mezzo motorizzato, è esclusivamente legato all’acquisto. Quando invece si va al lavoro, a bighellonare con gli amici, ad accompagnare i figli da qualche parte (scuola, sport, calcio, ballo, musica, lingua straniera, eccetera), all’ospedale, a pomiciare, al multisala, dal medico, a farsi le canne, alla partita di calcetto, in pizzeria, la suocera al cimitero, eccetera? (Last but not least: il traffico si regola da solo come l’acqua dentro un tubo).

Il secondo: «le auto non possono essere allontanate, altrimenti le attività commerciali sono destinate alla chiusura perché, non garantiscono [più] un servizio di vicinato». La solita solfa mi si dirà, ma la domanda è: «servizio di vicinato» – è bene aggiungere le botteghe artigiane –, a favore di chi? Noi del centro abbiamo a disposizione una farmacia ogni mille abitanti circa, possono dire lo stesso gli abitanti di Borgo Pineta, Pucetta, via Napoli? (Tanto per portare un semplice esempio, si può continuare a piacere). Quelli che vivono nella periferia nord ed est, sono vicini più a un ipermercato o al centro d’Avezzano? (Il centro-centro per la precisione). O è poco patriottico fare acquisti all’ipermercato? (1/3bis)

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