Sono stato rimbrottato per non aver ribattuto
a un paio di comunicati; il primo era firmato da Gianni Napoleone, uscito
presso alcune testate tra il 12 e il 13 settembre, il secondo di Roberto
Donatelli il giorno seguente (14). Detti comunicati trattavano delle novità nel
Quadrilatero nelle ultime settimane (piste ciclabili, un pezzo del restyling in piazza Risorgimento).
All’incirca il classico piagnisteo da trent’anni a questa parte, senza che il tempo lo abbia reso
minimamente ridicolo – che è la cosa peggiore. Il Comune – con i tecnici di cui
si avvale –, ragiona in termini di mobilità
sostenibile in una città di 42mila abitanti e quelli, ribattono parlando di
tutt’altre questioni, risolvibili almeno a scala nazionale. I comunicati delle
associazioni di categoria (commercianti) e chi tiene loro bordone, trasudano
ignoranza, incoscienza, ipocrisia e provincialismo. Da oltre vent’anni, organismi internazionali
legati o no all’Onu, raccomandano di ridurre drasticamente, in tempi brevi,
l’utilizzo dell’automobile privata negli
spostamenti rispetto ad altri modi (mezzi pubblici, bicicletta, monopattino, a
piedi). Per non parlare dei limiti al PM10... Simili conferenze, programmi,
convegni, trattati, raccomandazioni sono state diffuse nei decenni dai diversi mass media – non è materiale rimasto
dentro i cassetti delle organizzazioni promotrici. Un cittadino minimamente
informato, avrebbe esclamato: «È poco!», di fronte alla proposta composta con cinquanta metri di area pedonale e
altri millecinquecento di pista
ciclabile su almeno 250 (duecentocinquanta)
chilometri di strade, aperte al traffico automobilistico. È andata invece
in ben altro modo.
Vado al sodo, citando giusto una perla
a testa. Il primo: «il traffico ha
completamente collassato il centro e già si incomincia ad evitarlo dirottando i
propri acquisti in zone più accessibili». Nel senso: l’uso di un mezzo
motorizzato, è esclusivamente legato all’acquisto. Quando invece si va al
lavoro, a bighellonare con gli amici, ad accompagnare i figli da qualche parte
(scuola, sport, calcio, ballo, musica, lingua straniera, eccetera),
all’ospedale, a pomiciare, al multisala, dal medico, a farsi le canne, alla
partita di calcetto, in pizzeria, la suocera al cimitero, eccetera? (Last but not least: il traffico si
regola da solo come l’acqua dentro un tubo).
Il secondo:
«le auto non possono essere allontanate, altrimenti le attività commerciali
sono destinate alla chiusura perché, non garantiscono [più] un servizio di
vicinato». La solita solfa mi si dirà, ma la domanda è: «servizio di vicinato»
– è bene aggiungere le botteghe artigiane –, a favore di chi? Noi del centro
abbiamo a disposizione una farmacia ogni
mille abitanti circa, possono dire lo stesso gli abitanti di Borgo Pineta,
Pucetta, via Napoli? (Tanto per portare un semplice esempio, si può continuare
a piacere). Quelli che vivono nella periferia nord ed est, sono vicini più a un
ipermercato o al centro d’Avezzano? (Il centro-centro per la precisione). O è
poco patriottico fare acquisti all’ipermercato? (1/3bis)
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