Ho scritto da qualche parte
sulla nuova sistemazione di piazza del Risorgimento. Proseguo sull’argomento. Si
è parlato – nella narrazione comune – del restyling
come di un’idea, un sogno del progettista. È andata invece in modo diverso,
com’è normale in Italia e altrove.
Il Comune d’Avezzano ha
indetto un concorso nazionale con tanto di regolamento. Lo stesso ente ha stabilito
le caratteristiche dei progetti
partecipanti. La giuria (esterna) ha espresso i suoi giudizi basandosi
essenzialmente su dette caratteristiche. (Ciò che io ho in precedenza scritto
del progetto vincitore, è partito da considerazioni di tipo diverso). Giancarlo
Cardone ha vinto perché – a detta dei giurati – ha saputo meglio interpretare
le esigenze del capoluogo marsicano.
Il progettista ha anche –
indirettamente – fatto conoscere agli avezzanesi, le richieste del Comune a suo
tempo, a forza di giustificare il suo lavoro nel giorno dell’inaugurazione e in
qualche intervista precedente. Non avrei pronunciato mezza parola al suo posto,
perché sono le persone con il loro uso
quotidiano che premiano o bocciano una proposta. È andata bene finora per quanto
mi capita di osservare quotidianamente: passo da quelle parti tre o quattro
volte ogni giorno. (Le persone, per sedersi, apprezzano soprattutto una
«lancetta» – non hanno timore di stare appiccicati ad altre comitive). Ecco, Cardone
può dichiararsi soddisfatto; che ne sappia io, non vi sono pezzi (firmati)
contrari alla sua fontana.
(Appunto in scala 1:50).
Tra alcuni mesi sarà saggio moderare l’altezza dei getti d’acqua per evitare
che il vento trasporti quel liquido nelle vicinanze e questo, gelando nelle ore
più fredde renda impraticabile quella zona della piazza per chi si sposta a
piedi.
(Appunto in scala 1:5). Gli
spigoli delle panchine (anti-barbone) potrebbero ferire, danneggiare i piccoli
che per caso li urtassero. Che fare? Non ne ho la più pallida idea.
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