(Non si spreca niente del maiale). Ho
scritto in questo periodo qualcosa per altri e riguardante la vicenda dello
spostamento del mercato settimanale; era basato sulla cucchiaiata generosa di
complottismo che era stata aggiunta agli ingredienti – ne ho già trattato diffusamente
–, e anche di un pizzico di vittimismo. Il secondo riguardava il mondo
dell’informazione e ho preferito glissare, per quello che era appena successo –
un paio di politici italiani ha attaccato quanti lavorano in quel comparto.
Riprendo il pezzo scartato per utilizzarlo
diversamente. In una conferenza-stampa Domenico Di Berardino, uno con la testa
sulle spalle, dice: «invito anche la stampa e gli organi di informazione a
operare in modo più serio e coerente affinché le notizie, e i dettagli a
esse connessi, arrivino chiari e precisi e
senza mezzucci», in F. Falcone, Esposto
alla Corte dei Conti per spese mercato, l’opposizione in coro: spesi 11.000
[euro] per rimozione cordoli, in «MarsicaLive»
7 novembre 2018. È un problema grave, leggero, così-così? (Aujourd’hui, s’intende).
Cercando qualche dato in rete, risulta
che due attuali ministri (Salvini, Di Maio), sono seguiti su Twitter da 689mila e 320mila persone, rispettivamente. È facile anche trovare il numero
delle copie vendute – diffuse non importa –, delle due maggiori testate
giornalistiche italiane; Corriere della
Sera raggiunge la cifra – ragguardevole in questi tempi – di 215mila, mentre la Repubblica si ferma a quota 153mila.
L’edizione on-line della seconda
straccia le concorrenti, superando oltre 3milioni
di contatti (?) giornalieri. È il caso di dire che bazzico quel sito almeno
tre-quattro volte ogni giorno; esso mi è comodo per raggiungere altre testate
di quel gruppo editoriale (MicroMega,
Espresso, Limes): quel dato sarebbe molto ridimensionato, se gli altri suoi
frequentatori si comportassero come me.
Ecco, Matteo Salvini – da solo – è
seguito da oltre il triplo delle
persone che leggono il più importante e venduto quotidiano italiano. (Che fine
ha fatto – ad Avezzano – la dozzina di anni passati a discutere di disintermediazione?
Da un paio d’anni, tra l’altro, anche nella Marsica, più di una testata
pubblica dei pezzi attingendo da Facebook)
Quel brano – in questo testo – mostra
una faccia del provincialismo della classe politica locale.
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