domenica 18 novembre 2018

Frattaglie

(Non si spreca niente del maiale). Ho scritto in questo periodo qualcosa per altri e riguardante la vicenda dello spostamento del mercato settimanale; era basato sulla cucchiaiata generosa di complottismo che era stata aggiunta agli ingredienti – ne ho già trattato diffusamente –, e anche di un pizzico di vittimismo. Il secondo riguardava il mondo dell’informazione e ho preferito glissare, per quello che era appena successo – un paio di politici italiani ha attaccato quanti lavorano in quel comparto.
Riprendo il pezzo scartato per utilizzarlo diversamente. In una conferenza-stampa Domenico Di Berardino, uno con la testa sulle spalle, dice: «invito anche la stampa e gli organi di informazione a operare in modo più serio e coerente affinché le notizie, e i dettagli a esse connessi, arrivino chiari e precisi e senza mezzucci», in F. Falcone, Esposto alla Corte dei Conti per spese mercato, l’opposizione in coro: spesi 11.000 [euro] per rimozione cordoli, in «MarsicaLive» 7 novembre 2018. È un problema grave, leggero, così-così? (Aujourd’hui, s’intende).
Cercando qualche dato in rete, risulta che due attuali ministri (Salvini, Di Maio), sono seguiti su Twitter da 689mila e 320mila persone, rispettivamente. È facile anche trovare il numero delle copie vendute – diffuse non importa –, delle due maggiori testate giornalistiche italiane; Corriere della Sera raggiunge la cifra – ragguardevole in questi tempi – di 215mila, mentre la Repubblica si ferma a quota 153mila. L’edizione on-line della seconda straccia le concorrenti, superando oltre 3milioni di contatti (?) giornalieri. È il caso di dire che bazzico quel sito almeno tre-quattro volte ogni giorno; esso mi è comodo per raggiungere altre testate di quel gruppo editoriale (MicroMega, Espresso, Limes): quel dato sarebbe molto ridimensionato, se gli altri suoi frequentatori si comportassero come me.
Ecco, Matteo Salvini – da solo – è seguito da oltre il triplo delle persone che leggono il più importante e venduto quotidiano italiano. (Che fine ha fatto – ad Avezzano – la dozzina di anni passati a discutere di disintermediazione? Da un paio d’anni, tra l’altro, anche nella Marsica, più di una testata pubblica dei pezzi attingendo da Facebook)

Quel brano – in questo testo – mostra una faccia del provincialismo della classe politica locale.

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