mercoledì 21 novembre 2018

on demand (fluff)

È fuffa perché, il brano citato di Massimo Verrecchia citato nel post precedente? È almeno fuffa, in realtà, perché una zona della città, un quartiere è caratterizzato dalla sua autonomia. Nel senso: non devo spostarmi più di un chilometro per raggiungere, che so, un bar, una piazzetta, una scuola, un ufficio, un negozio di generi alimentari o d’abbigliamento, un’edicola di giornali, una panetteria. (Non devo fare quattro passi per avere davanti al naso la cattedrale, il multi-sala, il teatro, lo stadio della squadra di calcio locale). Dovrebbe conoscere bene certe cose, uno che fa politica da decenni; i nostri politicanti parlano della periferia di solito per sentito dire, non per conoscenza diretta. Perché non fare nomi di marciapiedi e vie dissestate o senza banchine? (Trattandosi di cose, non si offende nessuno).
È perciò giusto rivendicare un marciapiede in via X o nel vicolo Y, ma la cosa finisce sempre lì, perché è ozioso farlo. Non serve, è una perdita di tempo perché? L’Amministrazione in carica ha trovato più di un tecnico che si è interessato, ha progettato, presentato pubblicamente e difeso una pista ciclabile giudicata da moltissimi avezzanesi: «pericolosa, inadeguata», «non funzionale, pericolosa», «inutile, dannosa e pericolosa», «costosa, inutile e pericolosa». Non troverà mai, invece, un tecnico che firmerà un progetto di marciapiedi per molte stradine e vicoli nella zona più vecchia d’Avezzano – parlo di svariati chilometri – eppure, il camminare a piedi in sicurezza è un diritto di ogni cittadino. Un marciapiede per molte di quelle viuzze equivale a un’isola pedonale; è lo stesso per la zona (nuova) di Scalzagallo: una banchina o il suo dovuto ampliamento comporterebbe un tale restringimento della carreggiata da impedire il traffico delle automobili. (Una buona parte dei marciapiedi nella nostra periferia non è utilizzata da chi abita da quelle parti, perché sono essi risicati).

Come siamo giunti a tal punto, di chi è la responsabilità? È inutile chiederlo alla folta schiera di storici locali, è sufficiente invece una chiacchierata con qualcuno che abita fuori dal Quadrilatero. (È difficoltoso da sistemare nell’usato frame élite vs. Popolo…).

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