(L’ultimo).
Mi è capitato di passare in piazza del Risorgimento lo scorso 1° aprile, verso
le 15,30. È vuoto quel posto a quell’ora: troppo tardi per chi è uscito per il
caffè pomeridiano, troppo presto per chi vuol farsi quattro passi prima di
alzare la saracinesca del proprio negozio. C’era invece una quarantina di
persone che aspettavano l’apertura del cantiere per il completamento del restyling. Tutti i presenti, tranne
qualcuno, sembravano soddisfatti. (C’erano anche due vigili urbani in
bicicletta). Si ritrovavano lì numerosi perché molti probabilmente non
credevano che l’impresa vincitrice dell’appalto, dopo aver conosciuto le
rimostranze dei commercianti – sul giornale al bar, la mattina –, avrebbe
recintato quei cinquanta metri di via C. Corradini e cominciato i lavori.
Sono poi
passato nuovamente in quelle parti poco dopo le 18; era completamente cambiato
l’umore delle persone – erano più numerose: molti incazzati per quei lavori ma
ancora dell’incredulità nell’aria. (Più di uno voleva un mio parere sulla
vicenda, chissà perché). Prima di arrivarci in realtà, chiacchierando in giro
poco prima, mi era stato riferito circa un complotto simile a quello nato,
diffuso nei giorni dello spostamento del mercato settimanale: il sindaco
avrebbe fatto iniziare quei lavori per danneggiare in modo irreparabile i
commercianti del centro e favorire gli shopping
center. (Da parte di persone che stimo, purtroppo). Non ho trovato la
minima traccia di quest’ultimo, nel web a differenza del precedente che qualche
sospetto lo insinuava. (Preferisco non proporlo nuovamente per la terza o
quarta volta).
Ecco, con
quei due complotti sventati – si fa
tanto per dire – negli ultimi mesi, molti avezzanesi hanno dimostrato di essere
meno provinciali in quest’occasione. (Peccato aver seguito gli altri italiani
nei cattivi modelli).
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