venerdì 5 aprile 2019

danza ad anello

Più di uno mi ha rimproverato per le «mere questioni di visibilità» riferito a un comunicato del Comitato commercianti del centro, nell’ultimo post. Lo spiego. (C’era davvero dell’altro?)
La vicenda del restyling in piazza Risorgimento è iniziata anni addietro, sotto il sindaco Di Pangrazio. I progetti – compreso il vincitore – furono esposti pubblicamente per un paio di settimane a Castello Orsini. (Nessuna obiezione da parte di nessuno). Lo stesso sindaco congelò tutto – prontamente, inspiegabilmente. Nella campagna elettorale per le scorse Amministrative (2017) i due principali candidati sindaco si sono impegnati a intervenire sul Quadrilatero – nel senso di centro-centro, secondo me. Gabriele De Angelis una volta eletto, non ha fatto altro che riprendere la faccenda (progetto, quattrini) e portarla a compimento. (In tutta onestà: che cosa avrebbe fatto un altro al suo posto?). Si è poi assistito a un particolare iter intrapreso dal nuovo sindaco – chiusura al traffico motorizzato di quei cinquanta metri, tanto per citarne una. Sono iniziati i lavori per il restyling pagati dalla Fondazione Carispaq, nel 2018. Le rimostranze delle associazioni di categoria (dei commercianti) non hanno avuto effetto. Tutto ciò significa in buona sostanza che almeno fino al 2022, la situazione rimarrà immutata. Vi sarà perciò bisogno di un sindaco diverso dall’attuale che poi disattivi il citato iter, per tornare alla situazione pre-2018 – io preferisco: prima degli anni Settanta, nel Vecchio continente. È perciò sprecato intervenire sulla vicenda nella speranza che l’Amministrazione comunale rinunci a quella tranche del progetto vincitore – che nel comunicato di cui ho trattato, non solo in quello purtroppo –, è degradata a «isola pedonale». Non si può nemmeno parlare di una manfrina, utile per ottenere qualcosa di diverso genere, considerando il tipo di soggetto che ha intrapreso l’iniziativa. In mancanza di spazio per la politica è facile che entri in ballo la sfera del personale: era materiale da chat o Facebook, roba per amici e qualche conoscente.

Vale all’incirca lo stesso discorso per il comunicato dell’associazione di categoria – Il Centro di oggi. C’entra di mezzo l’affidabilità. Una simile situazione porterà inevitabilmente dei disagi a molti: come possiamo però fidarci delle valutazioni espresse da chi si è battuto strenuamente perché tutto rimanesse come prima? (I lavori in piazza intanto proseguono).

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