Domenica
scorsa, mi è stato inviato un pezzo che non avevo letto sul giornale – nel
senso di cartaceo. (m.s., Comitato
negozianti: temiamo il tracollo col cantiere in centro, in «Il Centro» 31
marzo 2019). Esso rientrava nel discorso che avevo pubblicato il giorno
precedente: si sta parlando eccessivamente,
da un paio di settimane, del completamento del restyling in piazza Risorgimento e può anche succedere che qualcuno
ne approfitti per mere questioni di visibilità come nel caso del Comitato
commercianti del centro. Iniziava così: «“Primavera rovinata” per i
commercianti del centro città. L’apertura del cantiere per la pavimentazione
dell’isola pedonale, incroci limitrofi compresi, è vista come l’ennesima
batosta per il commercio, già “fortemente penalizzato da pista, carenza di
parcheggi e chiusura del tratto di via Corradini”». Era questo invece il succo
del pezzo: bisognava, da parte dell’Amministrazione comunale, scegliere un altro periodo per l’avvio dei nuovi lavori.
Bisognava orientarsi – immagino anche da parte dell’impresa realizzatrice –,
verso un mese e mezzo in cui i commercianti (alcuni, tutti, metà?) sono
«fermi». (Come la mettiamo con gli artigiani?).
Chiedo: come ci si comporta in simili casi,
come funziona il nostro mondo?
(Faccio il
blogger). Nell’autunno dell’anno
scorso, via Trento è stata spezzata in due per tre giornate di seguito: lavori
privati legati alla fognatura. Tutto questo equivale ad almeno una quindicina
di posti macchina in meno. Domanda: si è lamentato qualcuno? No. Ho raccontato
l’abbattimento della casa dei Rubeo lo scorso 25 febbraio. In quell’occasione,
si è trattato di almeno una sessantina di metri tra marciapiede più altrettanti
riguardanti un paio di metri di carreggiata; tutti impraticabili per una
settimana. Anche in questo caso: si è lamentato qualcuno? No, perché è una
situazione che può capitare a molti. Via Trento è stata interrotta nuovamente
per tre giornate, ancora per lavori riguardanti la fognatura, il mese scorso. Ho
seguito direttamente la vicenda: i permessi sono stati richiesti al Comune e non a Chrome, a qualche associazione di commercianti o agli adolescenti
che vengono a pomiciare da queste parti nel pomeriggio – anche a farsi le
canne. Nessuna pubblica lamentela, anche questa volta.
(Domande).
Il Comune, a chi deve chiedere
permesso per mandare in porto i suoi
progetti? A chi deve rivolgersi un’impresa di traslochi quando impegna una
carreggiata per manovrare con il braccio meccanico? A chi, l’impresa che ha
vinto l’appalto per la potatura – lavora perciò per conto del Comune – per
ottenere il divieto di sosta lungo un qualsiasi marciapiede? I vigili del fuoco,
invece, quando nei loro interventi interrompono una via del Quadrilatero per
mezz’ora o quaranta minuti?
(Adesso
viene il bello). Immagino ora che la nostra tubatura, nuova di zecca, ci giochi
un brutto scherzo e ceda che so, il prossimo 19 o 20 dicembre – sotto Natale,
il periodo migliore per vendere le merci secondo l’esperienza del comune negoziante.
Sono perciò previste altre due, tre giornate di lavoro e tra le conseguenze, una
strada del centro nuovamente impraticabile. Che fanno i condomini che danno su
quel lato: non utilizzano il bagno fino all’Epifania per non intralciare gli
affari d’imprecisati commercianti oppure chiamano immediatamente un’impresa di
costruzioni per sostituire la condotta?
La realtà,
come ho provato a dimostrare, è certo più complessa di quella narrata – in
maniera banale e interessata – dal comunicato del Comitato commercianti del
centro. Tutto qua.
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