Si è
chiacchierato un po’ delle prossime elezioni amministrative a Pescara –
c’entrava una compaesana tra i possibili candidati sindaco. Si è poi proseguito
per inerzia una volta resi pubblici i principali concorrenti alla carica di
sindaco.
Anche nel
capoluogo adriatico, si è recitato lo stesso copione delle Regionali e delle
Amministrative a L’Aquila: dietro la scelta di un candidato vi è l’accordo tra partiti
a livello nazionale. Tutto ciò ha portato, di recente, all’elezione di un
candidato non abruzzese come
governatore della Regione. (Anche nel senso che in cinque anni, Fratelli d’Italia non è riuscito a fabbricare un leader a livello regionale).
Scorrendo
le notizie nel web, ho anche letto che il partito che – a Pescara – dovrebbe
raccogliere più voti, ha lasciato correre ma solo per il momento: si rifarà con
Montesilvano e Giulianova. (Sarà ugualmente deciso tutto a Roma; la seconda città, potendo interessare, non raggiunge 24mila abitanti).
Riassumendo:
il personale politico non ha più ragione d’essere in Abruzzo. In aggiunta: le
nostre Amministrative hanno avuto tutt’altro spessore politico, rispetto a
quelle in città più grandi e importanti. (Possiamo gioire o consolarci una
volta tanto).
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