È
uscito il discorso circa l’impatto del nuovo complesso Globo sul traffico lungo
la Tiburtina Valeria – direzione Roma. Chi ha bazzicato quel tronco, nei primi
giorni d’apertura, ha parlato almeno di rallentamenti. (Mi sono fidato di loro,
ignorando la situazione – vecchia, nuova – non mettendoci mai i piedi). Ho
ribattuto diplomaticamente che sarà tutto finito tra una dozzina di giorni, al
massimo. (Dovrebbe aprire sotto Pasqua la parte restante del complesso: si
potrà cominciare a monitorare, a ragionare
solo da allora. Dovrebbe occuparsene il prossimo sindaco, salvo complicazioni).
Ho aggiunto: «Fatti vostri!» – era più colorita la mia espressione, d’accordo.
Due
giorni prima dell’apertura (5 dicembre), IlCapoluogo
riprendeva dei materiali da Facebook: l’unica nota sull’argomento. Alcuni, in
particolare, temevano per il futuro «code e disagi alla circolazione»;
bisognava pensarci prima, considerando che ci sono voluti ben dieci anni per
chiudere la vicenda.
È
stata «colonizzata» negli anni Ottanta
del secolo scorso, quel tratto della SR 5. A cavallo tra Spallone e Floris, è
stato redatto il piano del traffico (2003). Quella parte del tronco era
classificata come la zona commerciale
d’Avezzano. È rimasta lettera morta quella questione (Floris1, Floris2, Di
Pangrazio, la breve consiliatura di De Angelis). Floris al suo tempo, fu
accusato di voler favorire i centri commerciali per aver realizzato l’anello a
senso unico – suggerito proprio dal Pgtu appena adottato. Si è ripetuto lo
stesso copione con De Angelis: il restyling
in piazza Risorgimento, lo spostamento del mercato settimanale nella zona nord,
addirittura la pista ciclabile dentro il Quadrilatero, erano operazioni pensate
per convogliare gli avezzanesi nei centri commerciali. (Troppi residenti hanno
creduto a simili grosse balle).
La
zona commerciale ovest ha preso l’aspetto odierno con l’apertura di Ipercoop
(2008), sono state aggiunte delle altre strutture negli ultimi anni. Gli
avezzanesi hanno ripreso la costumanza metropolitana di recarsi negli shopping center anche per recuperare due
carabattole o farsi quattro passi. È già stato segnalato qualche ingorgo a
determinate ore della giornata. Avezzano ha preso questa piega e penso che non
si potesse far molto per evitarlo. (È bene ricordare anche quei quattro gatti
che in bicicletta o addirittura a piedi con le automobili che sfrecciano a
pochi centimetri a 50, 60 km/h, si recano a fare acquisti in quei posti – lì sì, dentro Avezzano no).
In
città sono state adottate, per decenni, delle politiche per accontentare alcuni commercianti del Quadrilatero,
non si è minimamente pensato invece, alle migliaia
di avezzanesi che – da anni – vanno fuori porta per le compere e rischiano di
sprecare del tempo durante gli spostamenti. Molti protestano: «Basta spendere
soldi al centro!»; la Tiburtina Valeria è, tra l’altro, una situazione in cui
vi è lo spazio per intervenire: i
servizi dove li piazzo, lungo la fascia esterna della città?
In
simili casi, si raddrizza un tracciato, si amplia la carreggiata o si ricava un
nuovo percorso. (Ci vuole la volontà di farlo, soprattutto). I miei
interlocutori dovrebbero perciò arrabbiarsi sul pesante con chi ha spinto per
questo modello di sviluppo, per il tempo perso negli incolonnamenti sulla SR 5,
oggi e nei prossimi anni. (Per caso, ho letto la famosa proposta di sistemare
il mercato settimanale lungo via XX Settembre, mesi addietro: tout se tient).
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