Un’Ansa di lunedì scorso ha annunciato uno
studio Istat. Il giorno seguente, puntualmente, è uscito un (lungo) pezzo su AbruzzoWeb – Italiani all’estero: via sempre più giovani. L’Abruzzo è una regione
per “vecchi”. (Non ve lo avrei girato, a differenza delle altre volte anche
se da noi, nessuna testata giornalistica dedica spazio a simili questioni).
È stata la
volta del Partito Democratico sui trasporti, ieri (IlFaro24, 18 dicembre); io mi ero preparato a chiedere – al partito
regionale –, al solito: è bene
migliorare i trasporti tra Roma e Pescara, passando per Avezzano o per L’Aquila?
È uscito, poco dopo, un comunicato stampa di gente che sta a duecento metri da
dove abito: «Il nostro osservatorio in un apposito studio ha previsto una
crescita demografica della sola Città di Avezzano di 10.000 unità in 5 anni con
il solo Treno veloce che utilizzerebbe l’attuale infrastruttura». (Civiltà
Italiana, in MarsicaLive). Wow, due piccioni con una fava!
Torno
all’Istat. Copio dalla sintesi di quel rapporto: «Le proiezioni dell’Istat per
il futuro accreditano come altamente verosimile la prospettiva di un’ulteriore
riduzione di popolazione residente nei prossimi decenni». Da anni in quelle
parti, si parla di diminuzione della
popolazione residente nella Penisola, nei prossimi decenni – fino alla metà del
secolo. Non solo. Nei prossimi anni, dovrebbe meglio manifestarsi il trend attuale: a) un aumento dei
residenti nelle principali città italiane, b) una crescita dell’occupazione
negli stessi centri – una dozzina sì e no. (Io preferisco metterla così: primo, crescita degli occupati; secondo, aumento dei residenti).
Orbene, Avezzano
per registrare la crescita stimata – «10.000 unità» – ha impiegato, in tempi senz’altro
migliori, venticinque anni. («10.000 unità» con «il solo Treno veloce»,
immagino con un’oculata, azzeccata politica per l’occupazione… Già, dove li
mettiamo?). Essa non è una metropoli sia a livello quantitativo sia
qualitativo; con molta buona volontà, il capoluogo marsicano può fregiarsi
della qualifica di città media meridionale. La sua popolazione è in fase di stallo dal 2015 – diminuisce di una
dozzina di abitanti l’anno, al massimo; ha preso, invece, a scendere in maniera
sensibile – dove più, dove meno – dal 2004,
nella Marsica. (Avezzano è cresciuta per decenni proprio grazie al
trasferimento di numerosi abitanti presenti nel suo vasto comprensorio). Si
tratta nientemeno che ribaltare questo
processo di spopolamento, secondo la
proposta che ho preso in esame.
Vengo al
sodo. Civiltà Italiana non nomina chi
fa parte di tale «osservatorio». (È un peccato ma non grave). Ciò che è invece
importante conoscere è la metodologia
utilizzata per raggiungere quella conclusione – altrimenti di cosa discutiamo? Qual è?
Si tratta perciò,
in mancanza di adeguati chiarimenti, di chiacchiere pre-elettorali indirizzate
allo schieramento politico locale di riferimento più che una proposta
all’opinione pubblica marsicana. (È un mio eufemismo «chiacchiere»; è stato –
comprensibilmente – diverso il taglio della nostra discussione, su WhatsApp).
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