giovedì 19 dicembre 2019

Radio Chat 14

Un’Ansa di lunedì scorso ha annunciato uno studio Istat. Il giorno seguente, puntualmente, è uscito un (lungo) pezzo su AbruzzoWebItaliani all’estero: via sempre più giovani. L’Abruzzo è una regione per “vecchi”. (Non ve lo avrei girato, a differenza delle altre volte anche se da noi, nessuna testata giornalistica dedica spazio a simili questioni).
È stata la volta del Partito Democratico sui trasporti, ieri (IlFaro24, 18 dicembre); io mi ero preparato a chiedere – al partito regionale –, al solito: è bene migliorare i trasporti tra Roma e Pescara, passando per Avezzano o per L’Aquila? È uscito, poco dopo, un comunicato stampa di gente che sta a duecento metri da dove abito: «Il nostro osservatorio in un apposito studio ha previsto una crescita demografica della sola Città di Avezzano di 10.000 unità in 5 anni con il solo Treno veloce che utilizzerebbe l’attuale infrastruttura». (Civiltà Italiana, in MarsicaLive). Wow, due piccioni con una fava!
Torno all’Istat. Copio dalla sintesi di quel rapporto: «Le proiezioni dell’Istat per il futuro accreditano come altamente verosimile la prospettiva di un’ulteriore riduzione di popolazione residente nei prossimi decenni». Da anni in quelle parti, si parla di diminuzione della popolazione residente nella Penisola, nei prossimi decenni – fino alla metà del secolo. Non solo. Nei prossimi anni, dovrebbe meglio manifestarsi il trend attuale: a) un aumento dei residenti nelle principali città italiane, b) una crescita dell’occupazione negli stessi centri – una dozzina sì e no. (Io preferisco metterla così: primo, crescita degli occupati; secondo, aumento dei residenti).
Orbene, Avezzano per registrare la crescita stimata – «10.000 unità» – ha impiegato, in tempi senz’altro migliori, venticinque anni. («10.000 unità» con «il solo Treno veloce», immagino con un’oculata, azzeccata politica per l’occupazione… Già, dove li mettiamo?). Essa non è una metropoli sia a livello quantitativo sia qualitativo; con molta buona volontà, il capoluogo marsicano può fregiarsi della qualifica di città media meridionale. La sua popolazione è in fase di stallo dal 2015 – diminuisce di una dozzina di abitanti l’anno, al massimo; ha preso, invece, a scendere in maniera sensibile – dove più, dove meno – dal 2004, nella Marsica. (Avezzano è cresciuta per decenni proprio grazie al trasferimento di numerosi abitanti presenti nel suo vasto comprensorio). Si tratta nientemeno che ribaltare questo processo di spopolamento, secondo la proposta che ho preso in esame.
Vengo al sodo. Civiltà Italiana non nomina chi fa parte di tale «osservatorio». (È un peccato ma non grave). Ciò che è invece importante conoscere è la metodologia utilizzata per raggiungere quella conclusione – altrimenti di cosa discutiamo? Qual è?

Si tratta perciò, in mancanza di adeguati chiarimenti, di chiacchiere pre-elettorali indirizzate allo schieramento politico locale di riferimento più che una proposta all’opinione pubblica marsicana. (È un mio eufemismo «chiacchiere»; è stato – comprensibilmente – diverso il taglio della nostra discussione, su WhatsApp).

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