martedì 17 dicembre 2019

Radio Bar(i) 26

Ho rivisto gente che generalmente si riaffaccia da queste parti all’Immacolata o a Natale. Mi piace parlare con chi vive fuori perché s’interessano abbastanza a quello che succede nel posto dove sono nati, ma lo vivono in maniera sfasata. C’è qualcuno che parla ancora degli alberi in piazza del Mercato; io ho ribattuto che non c’erano più da cinque settimane, che noi adesso viviamo un’altra situazione.
Ho pubblicato ad agosto: «le recenti forti ventate e i flash flood che hanno portato al crollo o al seguente abbattimento preventivo di numerosi alberi, in città», in Scantonamenti, attraversamenti, Aleph editrice 2019, p. 78. Su questo blog: «Si parla di diverse centinaia di alberi da monitorare, su cui intervenire in qualche maniera. | Nel giro di un anno siamo stati aggiornati da più personaggi circa il trattamento da riservare al verde urbano, agli alberi in particolare – come si usa ai nostri giorni, rispetto ai decenni passati. Non si tratta più di questi argomenti purtroppo da mesi, il Comune interviene poco sul patrimonio arboreo della città», 7 novembre 2019. Si trattava, già da allora, di controllare la staticità di almeno decine di alberi, in città – quelli risparmiati un paio d’anni fa ma da tenere sotto osservazione.
Sommando i dati provenienti da due testate locali on-line, i «forestieri» avrebbero un’idea su quanto successo da noi al nostro patrimonio arboreo tra giovedì e venerdì scorsi: sei piante buttate giù dal vento – almeno il triplo dei rametti e rami che avevo segnalato in precedenza, finiti al suolo. Fino al 2017, se ne registrava una di pianta, non tutti gli anni. Non è cambiato nulla da quel 7 novembre, non si hanno notizie del viavai di partiti e associazioni di categoria al Comune che trattino di quell’argomento con Mauro Passerotti. Nemmeno a inviare qualche frase di circostanza a una testata on-line; sono scomparsi anche gli articoli sdegnati, il catastrofismo del passato recente per molto (molto) meno. La penultima volta che, da noi, si è parlato di alberi, è per far sapere che la loro potatura era rimandata dal commissario prefettizio a dopo le festività natalizie – 7 dicembre. (Questione di quattrini per i commercianti del centro, se non fosse abbastanza chiaro).
Cito un titolo, a proposito di feste natalizie: F. Falcone, Aumentano a 87mila euro le spese per luminarie ed eventi, ecco i conti del Natale per la città commissariata, in «MarsicaLive» 16 dicembre 2019. (È simpatico calcolare a quanto ammonta tale aumento).
Vi era un unico aggancio all’attualità e al mio blog: «Il gruppo locale del M5S, infatti, ha eseguito una ricognizione sul territorio cittadino e sembrerebbe che solo nel centro città siano state tagliate, senza essere sostituite, ben 137 piante», 13 dicembre 2019. È ridicolo – in Occidente – in un comunicato stampa, un dato «137» e un condizionale «sembrerebbe». Sono o no, centotrentasette? Ho svolto, com’è noto, la stessa operazione, nell’identica zona, tre o quattro volte nel passato recente, come sa chi mi segue. È questo il dato riassuntivo del mio ultimo «censimento»: «La somma è 147, maggiore della precedente (123)», 1° settembre 2016. (Seguivano i dati, strada per strada, quando il numero era cresciuto. Non credo – a lume di naso – alla cifra fornita dal Movimento 5 stelle, dovrebbe mancarne almeno una quindicina). Ho passato in maniera diversa il mese di agosto negli ultimi tre anni: perché? L’amministrazione De Angelis ha preso a monitorare una parte rilevante del nostro patrimonio arboreo da un punto di vista quantitativo e qualitativo (stato di salute, staticità); ha tenuto costantemente informati i cittadini di tale indagine. Sarebbe stato perciò ridicolo, da parte mia, continuare a girare nel Quadrilatero, da solo; non vado certo a mettermi contro le considerazioni di tre, quattro agronomi circa la salute delle nostre piante; né tantomeno contro le analisi strumentali o di altro genere – quella sui platani, per capirsi. È doveroso ricordare il numero di persone coinvolte e le figure mobilitate da Crescenzo Presutti per ottenere, fornire anche a noi cittadini un’idea dello stato del patrimonio arboreo locale. A proposito dell’ex assessore all’Ambiente, nella prossima pubblicazione in uscita (Disvelamenti), io cito un brano di un pezzo giornalistico: è sufficiente il titolo per capire come siamo messi. M. Sbardella, Presutti: «In questa città mancano mille alberi», in «Il Centro» 18 agosto 2019. Ecco, ho la sensazione che un tale importante, rilevante lavoro di conoscenza sia stato dirottato inesorabilmente verso il regno dell’oblio.

Torno al volumetto stampato ad agosto, per far comprendere come delle semplici operazioni, siano importanti per una collettività – anche come gli avezzanesi siano malridotti per quanto concerne la civile convivenza: «sarebbe quasi bastato il restauro in corso delle aiuole di via C. Corradini [le prime otto, tra via Monte Grappa e via Montello, sulla sinistra, ndr], per far riscoprire ai locali la loro storia contemporanea [stavo parlando delle celebrazioni per il Centenario del terremoto, ndr]; più di un soggetto aveva, infatti, abbattuto le piante che si trovavano lì allocate e chiuso il foro con il cemento o l’asfalto per evitare future piantumazioni. (Sta per democrazia e storia un buco, ad Avezzano)», cit., p. 41.

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