domenica 5 novembre 2017

Etnocentrismi del primo tipo

Sabato scorso si è tenuto un presidio di CasaPound Italia in piazza G. Matteotti. Ho letto l’annuncio, il giorno stesso – il pomeriggio dell’ex-festa della Vittoria –, su una testata locale (Avezzano: ‘Basta degrado ed insicurezza’, Sabato 4 novembre presidio ed assemblea pubblico di CasaPound Italia in Piazza Matteotti contro immigrazione senza controllo, in «IlFaro24» 4 novembre 2017). Niente da eccepire nel merito: c’è libertà di manifestare il proprio pensiero, in Italia. Ho invece da osservare qualcosa riguardante un dettaglio del metodo.
Campeggiava nella locandina della citata manifestazione pubblicata (chissà perché) dalla stessa testata, uno scatto del famoso cosiddetto barbecue settembrino mentre in realtà si trattava di sette-otto persone che festeggiavano la Pasqua dei musulmani. (Sotto casa, ma sulla pubblica strada). Non m’interessa se si è trattato di provincialismo, ignoranza o peggio da parte di alcuni, era in ogni modo una faccenda legata a una pratica religiosa su cui era meglio tacere, metterci una pietra sopra una volta compreso ciò che era successo; io ne ho trattato un paio di mesi fa:
Chiedo ora: rimarrebbe male un cristiano (casomai tradizionalista) se qualcuno – non un etnologo s’intende –, gli dicesse che in realtà sta credendo a un paio di legnetti messi a croce? Si offenderebbe la stessa persona se all’uscita da un municipio o da una chiesa, reduce dal suo matrimonio qualcuno gli gridasse dietro, che è stata solo una pagliacciata? Ti fotografano al funerale di un amico intimo, aggiungono la didascalia «Facciamo il gioco del silenzio» e la postano in rete; domanda: t’incazzi come una bestia o ti dà un infinito piacere? Tutto qua.
(Ci sarebbe da scrivere sull’intera vicenda in modo panoramico ma ci ha pensato Guy-Ernest Debord, mezzo secolo fa. In breve: perché una persona che vede commettere o è l’oggetto di un abuso o un reato, chiama la tv anziché la polizia o i carabinieri?)

(Parliamo di cose serie). Ho avvistato i resti di un rapace – così mi è sembrato –, morto di recente dalle parti di Tarquini legnami, lato via Morino di fronte all’ex-ferrovia dello zuccherificio; buttateci un occhio e poi fatemi sapere – mai visto un simile uccello da queste parti.

Nessun commento:

Posta un commento