Discutendo in giro degli
ultimi post è spuntato fuori un dato un po’ bizzarro. Quando la prendo con
qualcuno o un gruppo che fa politica per una frase o un’azione infelice, c’è il
rischio di un rimbrotto incontrandolo per strada; non è mai successo nulla
quando ho parlato bene di qualcuno appartenente alla stessa categoria – ancora
per un bel discorso o qualcosa di buono realizzato. Vi è in realtà dell’altro e
che non riguarda solo la nostra zona o il Meridione.
(Un po’ di fatti miei). Il
mio interesse verso le scienze è stato sollecitato in prima media: ci si stava
già preparando per lo sbarco di Homo
sapiens sulla Luna – sarebbe avvenuto tre anni dopo. È stata poi la volta
del liceo scientifico e quindi, dell’università con i cinque-sei esami
dell’area scientifica – ho preso anche a bazzicare gli ecologisti durante quel
periodo. Ho letto ovviamente qualche libro. Ho una formazione certo diversa da
uno che ha speso qualche decennio dietro agli spartiti musicali o alla
letteratura greca ma si riesce in ogni modo a discutere amabilmente, di là
degli eventuali punti in comune.
(I fatti degli altri). Nel
post precedente, avevo citato un comunicato dell’ex-sindaco di Avezzano, ne
estraggo un altro brano: «una città […] invasa da extracomunitari fuori
controllo e ormai teatro di violenze giornaliere». La prima parte ha senso solo
se è inserita nel frame «invasione
dell’Italia da parte degli stranieri». Ha senso perché la realtà delle fredde
cifre racconta altro – tutto ciò non interessa nell’economia del mio
ragionamento. La seconda rientra invece nella (recente) categoria delle fake news: dov’è possibile rintracciare dei
dati che confermano le «violenze
giornaliere» negli ultimi quattro mesi? (Neanche questa rientra nel mio
ragionamento).
Io parto dal fatto che gli
uomini si sono sempre spostati, da quando hanno preso a usare in modo abituale
i piedi; sto parlando di una storia lunga milioni
di anni. Il protagonista di Out of Africa 1 – la prima migrazione oltre
il continente da cui era spuntato –, è stato niente meno che Homo erectus, tanto per dirne una. (Homo sapiens, cioè noi, risale ad almeno
13omila anni fa). Da alcuni secoli ci si sposta per i motivi più diversi. Che
dire a questo punto delle politiche su tale tema negli ultimi trent’anni in
Italia o nell’Ue? Vi è uno o più punti di contatto tra il mio approccio e il
brano dell’ex-sindaco? No. Orbene, la politica è diversa da un sapere
scientifico o umanistico; essa è sì autonoma ma quando si allontana troppo
dalle altre nostre conoscenze e diviene autoreferenziale, produce dei danni ai
cittadini e non solo a loro. Che farsene (ieri, oggi, domani) di categorie
come: emigrati, richiedenti asilo, immigrati, profughi, extra-comunitari, clandestini,
rifugiati… pendolari, frontalieri, soggiornanti, villeggianti, vacanzieri del week end?
(Di peggio). All’inizio del
mese una testata abruzzese (on-line)
aveva «ricamato» sul rapporto Ecosistema
Urbano 2017 circa le quattro città capoluogo di provincia abruzzesi. Avevo già
letto tale studio essendo stato pubblicato qualche mese prima. Non ricordo la
reazione a suo tempo negli altri capoluoghi abruzzesi; le città più piccole
hanno ignorato alla grande secondo un luogo comune per cui nei borghi si sta
meglio che nelle grandi città – l’inquinamento dell’aria e dell’acqua rimane
intrappolato nel perimetro delle seconde, non un metro più in là. Erano state compilate
delle classifiche in base ad alcuni indicatori come: mobilità, raccolta dei
rifiuti, qualità dell’aria e dell’acqua, verde urbano e roba del genere. La
testa della classifica generale era occupata da città del Nord-Italia mentre è
facile indovinare la parte bassa. Ripeto, si è trattato di una sorta di studio,
non una legge, un regolamento o una circolare ministeriale: massima libertà di
azione da parte dei sindaci. Un briciolo di buonsenso – non l’alta politica né
la fisica sub-atomica – ci direbbe però che una città con trenta metri quadrati
di spazio verde per abitante, reagisce a un flash
flood o a una vampata di calore, senz’altro meglio di una che ne ha solo
due a testa.
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