sabato 11 novembre 2017

Miseria della politica 3

Discutendo in giro degli ultimi post è spuntato fuori un dato un po’ bizzarro. Quando la prendo con qualcuno o un gruppo che fa politica per una frase o un’azione infelice, c’è il rischio di un rimbrotto incontrandolo per strada; non è mai successo nulla quando ho parlato bene di qualcuno appartenente alla stessa categoria – ancora per un bel discorso o qualcosa di buono realizzato. Vi è in realtà dell’altro e che non riguarda solo la nostra zona o il Meridione.
(Un po’ di fatti miei). Il mio interesse verso le scienze è stato sollecitato in prima media: ci si stava già preparando per lo sbarco di Homo sapiens sulla Luna – sarebbe avvenuto tre anni dopo. È stata poi la volta del liceo scientifico e quindi, dell’università con i cinque-sei esami dell’area scientifica – ho preso anche a bazzicare gli ecologisti durante quel periodo. Ho letto ovviamente qualche libro. Ho una formazione certo diversa da uno che ha speso qualche decennio dietro agli spartiti musicali o alla letteratura greca ma si riesce in ogni modo a discutere amabilmente, di là degli eventuali punti in comune.
(I fatti degli altri). Nel post precedente, avevo citato un comunicato dell’ex-sindaco di Avezzano, ne estraggo un altro brano: «una città […] invasa da extracomunitari fuori controllo e ormai teatro di violenze giornaliere». La prima parte ha senso solo se è inserita nel frame «invasione dell’Italia da parte degli stranieri». Ha senso perché la realtà delle fredde cifre racconta altro – tutto ciò non interessa nell’economia del mio ragionamento. La seconda rientra invece nella (recente) categoria delle fake news: dov’è possibile rintracciare dei dati che confermano le «violenze giornaliere» negli ultimi quattro mesi? (Neanche questa rientra nel mio ragionamento).
Io parto dal fatto che gli uomini si sono sempre spostati, da quando hanno preso a usare in modo abituale i piedi; sto parlando di una storia lunga milioni di anni. Il protagonista di Out of Africa 1 – la prima migrazione oltre il continente da cui era spuntato –, è stato niente meno che Homo erectus, tanto per dirne una. (Homo sapiens, cioè noi, risale ad almeno 13omila anni fa). Da alcuni secoli ci si sposta per i motivi più diversi. Che dire a questo punto delle politiche su tale tema negli ultimi trent’anni in Italia o nell’Ue? Vi è uno o più punti di contatto tra il mio approccio e il brano dell’ex-sindaco? No. Orbene, la politica è diversa da un sapere scientifico o umanistico; essa è sì autonoma ma quando si allontana troppo dalle altre nostre conoscenze e diviene autoreferenziale, produce dei danni ai cittadini e non solo a loro. Che farsene (ieri, oggi, domani) di categorie come: emigrati, richiedenti asilo, immigrati, profughi, extra-comunitari, clandestini, rifugiati… pendolari, frontalieri, soggiornanti, villeggianti, vacanzieri del week end?

(Di peggio). All’inizio del mese una testata abruzzese (on-line) aveva «ricamato» sul rapporto Ecosistema Urbano 2017 circa le quattro città capoluogo di provincia abruzzesi. Avevo già letto tale studio essendo stato pubblicato qualche mese prima. Non ricordo la reazione a suo tempo negli altri capoluoghi abruzzesi; le città più piccole hanno ignorato alla grande secondo un luogo comune per cui nei borghi si sta meglio che nelle grandi città – l’inquinamento dell’aria e dell’acqua rimane intrappolato nel perimetro delle seconde, non un metro più in là. Erano state compilate delle classifiche in base ad alcuni indicatori come: mobilità, raccolta dei rifiuti, qualità dell’aria e dell’acqua, verde urbano e roba del genere. La testa della classifica generale era occupata da città del Nord-Italia mentre è facile indovinare la parte bassa. Ripeto, si è trattato di una sorta di studio, non una legge, un regolamento o una circolare ministeriale: massima libertà di azione da parte dei sindaci. Un briciolo di buonsenso – non l’alta politica né la fisica sub-atomica – ci direbbe però che una città con trenta metri quadrati di spazio verde per abitante, reagisce a un flash flood o a una vampata di calore, senz’altro meglio di una che ne ha solo due a testa.

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