giovedì 9 novembre 2017

Memoria di pedone

Ieri mattina ho letto sul Centro (cartaceo) un ampio comunicato dell’ex-sindaco – che si prepara in queste ore alla sentenza del Consiglio di Stato che potrebbe dare l’avvio all’«anatra zoppa». Non ne ho voglia di discuterne il contenuto ma mi è rimasto impresso un brano. Eccolo: «ciclo pedonalizzazione della città intesa come collegamento del cuore della stessa con le frazioni e le periferie», lo avrete letto nelle nostre testate di ieri.
Lo scritto tralascia d’indicare quali tracciati si vogliono «ciclo pedonalizzare», si tratta di molti chilometri di strada. Ebbene, la stessa persona che verga quelle righe nei cinque anni del suo mandato, non è stata capace di rendere pedonale un solo metro di strada al centro, nonostante il Prg e il progetto (finanziato dalla Fondazione Carispaq) di restyling di piazza Risorgimento. (Chissà perché). Ha inoltre rimosso un pezzo di cordolo della pista ciclabile su via F. Parri. Tralascio il resto. Il brano citato rivela – a mio parere s’intende – una conoscenza piuttosto vaga dell’argomento piste ciclabili, isole pedonali e anche del territorio comunale in cui egli è stato sindaco.
P.S.: manca una riflessione onesta – più che serena – sugli effetti dell’adozione della pista ciclabile, ad Avezzano.
Mi sono lamentato almeno un paio di volte su questo blog, proprio durante l’amministrazione Di Pangrazio, per la pericolosità – riferita ai pedoni – della confluenza di via E. Tarantelli in via E. De Nicola.

Domanda da 100mila dollari: chi nel proprio programma elettorale aveva proposto «nei mesi estivi, una pista ciclabile urbana»?

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