domenica 19 novembre 2017

I Marsi degli altri 2

Io ero alle prese con fatterelli successi sotto casa mentre nelle due principali città abruzzesi succedeva il finimondo, com’è noto. È spuntata fuori la questione della futura Nuova Pescara come capoluogo di regione, al posto di L’Aquila. (È stata tirata fuori da politici come Enzo Cantagallo, Giacomo Cuzzi e Lorenzo Sospiri, nei giorni scorsi).
È apprezzabile che da noi non ne abbia accennato l’Amministrazione comunale, mentre è riprovevole che i partiti politici organizzati non abbiano affrontato minimamente la questione – liste e listarelle non fanno testo. Sono rimasto stupito anche dal silenzio di altri grossi centri abruzzesi (Chieti, Sulmona, Teramo), come se la faccenda non li riguardasse; essa ha spaccato i due principali schieramenti mentre il terzo – quello più forte a livello elettorale – ha preferito benaltrare.
I tre citati politici abruzzesi hanno espresso un’opinione ma non gli è stato ribattuto da parte degli altri numerosi colleghi come ci si sarebbe aspettato, è scattata invece la delegittimazione. Tutto ciò è servito, secondo uno sperimentato copione, a coprire la mancanza di argomenti da parte di chi ha replicato – non hanno potuto accusarli di campanilismo, ovviamente. L’Aquila, com’è stato ripetuto da diverse autorevoli figure, è «naturalmente» il capoluogo di regione; ha dalla sua parte anche la «storia».
L’esperienza insegna che i palazzi del governo si trovano generalmente nelle città più popolose; i numerosi personaggi in questione dovrebbero spiegare agli altri abruzzesi ma non solo a loro, perché nella nostra regione è diverso. La storia – tanto per rammentare – non è una scienza esatta e quando è citata, bisogna precisare almeno il periodo cui ci si riferisce, altrimenti si prende in giro l’interlocutore.
(Domande). Se L’Aquila è «naturalmente» il capoluogo di regione, perché sprecare del tempo (poco, tanto, così-così) per farci sopra una legge apposta? Avrà pure avuto una storia dignitosa, in un determinato, periodo L’Aquila: devo adesso pentirmi per averla raramente filata finora, per questioni di lavoro e non solo? Perché non raccontare le eroiche gesta della città agli investitori americani, cinesi o russi considerando che nel resto della regione e anche altrove le persone non apprezzano tali argomenti?
(Quiz). Chi, quando e con chi l’aveva il signore secondo cui bisognava «capire perché in alcune aree si tagliano ospedali e posti letto e su altre no, perché qui la spesa per le cure riabilitative è dimezzata rispetto ad altri territori, perché si tenta ancora oggi di togliere qualche ufficio con ipotesi di accorpamento ma in realtà tutto ciò somiglia terribilmente a uno scippo»?
Mi complimento in ogni modo con chi ha coltivato l’idea della Nuova Pescara – di là della polemica che ha dato origine al post –, anche se bisogna pur ammettere che si tratta dell’uovo di Colombo. (Uso spesso il termine conurbazione quando scrivo di quella zona). Allo stesso modo, sono contento quando leggo di piccoli comuni, situati nello stesso bacino imbrifero, che vogliono fondersi tra loro.

È stata questa una ghiotta occasione per comprendere come in Abruzzo abbiamo una classe politica da operetta. La frase che più mi ha fatto sbattere dalle risate – omettendo l’autore –, è stata: «Non è che all’Aquila serve l’Abruzzo, è all’Abruzzo che serve L’Aquila (capoluogo di Regione, capitale dell’Appennino)» – da AbruzzoWeb.

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