Io ero alle prese con
fatterelli successi sotto casa mentre nelle due principali città abruzzesi
succedeva il finimondo, com’è noto. È spuntata fuori la questione della futura
Nuova Pescara come capoluogo di regione, al posto di L’Aquila. (È stata tirata
fuori da politici come Enzo Cantagallo, Giacomo Cuzzi e Lorenzo Sospiri, nei
giorni scorsi).
È apprezzabile che da noi
non ne abbia accennato l’Amministrazione comunale, mentre è riprovevole che i
partiti politici organizzati non abbiano affrontato minimamente la questione –
liste e listarelle non fanno testo. Sono rimasto stupito anche dal silenzio di
altri grossi centri abruzzesi (Chieti, Sulmona, Teramo), come se la faccenda
non li riguardasse; essa ha spaccato i due principali schieramenti mentre il
terzo – quello più forte a livello elettorale – ha preferito benaltrare.
I tre citati politici
abruzzesi hanno espresso un’opinione ma non gli è stato ribattuto da parte degli
altri numerosi colleghi come ci si sarebbe aspettato, è scattata invece la
delegittimazione. Tutto ciò è servito, secondo uno sperimentato copione, a
coprire la mancanza di argomenti da parte di chi ha replicato – non hanno
potuto accusarli di campanilismo, ovviamente. L’Aquila, com’è stato ripetuto da
diverse autorevoli figure, è «naturalmente» il capoluogo di regione; ha dalla
sua parte anche la «storia».
L’esperienza insegna che i
palazzi del governo si trovano generalmente nelle città più popolose; i numerosi personaggi in questione dovrebbero
spiegare agli altri abruzzesi ma non solo a loro, perché nella nostra regione è
diverso. La storia – tanto per rammentare – non è una scienza esatta e quando è
citata, bisogna precisare almeno il periodo
cui ci si riferisce, altrimenti si prende in giro l’interlocutore.
(Domande). Se L’Aquila è «naturalmente»
il capoluogo di regione, perché sprecare del tempo (poco, tanto, così-così) per
farci sopra una legge apposta? Avrà pure avuto una storia dignitosa, in un
determinato, periodo L’Aquila: devo adesso pentirmi per averla raramente filata
finora, per questioni di lavoro e non solo? Perché non raccontare le eroiche
gesta della città agli investitori americani, cinesi o russi considerando che nel
resto della regione e anche altrove le persone non apprezzano tali argomenti?
(Quiz). Chi, quando e con
chi l’aveva il signore secondo cui bisognava «capire perché in alcune aree si
tagliano ospedali e posti letto e su altre no, perché qui la spesa per le cure
riabilitative è dimezzata rispetto ad altri territori, perché si tenta ancora
oggi di togliere qualche ufficio con ipotesi di accorpamento ma in realtà tutto
ciò somiglia terribilmente a uno scippo»?
Mi complimento in ogni modo
con chi ha coltivato l’idea della Nuova Pescara – di là della polemica che ha
dato origine al post –, anche se bisogna pur ammettere che si tratta dell’uovo
di Colombo. (Uso spesso il termine conurbazione
quando scrivo di quella zona). Allo stesso modo, sono contento quando leggo di
piccoli comuni, situati nello stesso bacino
imbrifero, che vogliono fondersi tra loro.
È stata questa una ghiotta occasione
per comprendere come in Abruzzo abbiamo una classe politica da operetta. La
frase che più mi ha fatto sbattere dalle risate – omettendo l’autore –, è stata:
«Non è che all’Aquila serve l’Abruzzo, è all’Abruzzo che serve L’Aquila
(capoluogo di Regione, capitale dell’Appennino)» – da AbruzzoWeb.
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