(Non scriverò un rigo circa
la potatura e i tagli di alberi in piazza Torlonia neanche sotto tortura). Domenica
scorsa, attraversando il sottopassaggio della stazione ferroviaria ho notato le
tracce di un accoltellamento avvenuto il giorno precedente. Nei giorni seguenti
invece ho notato la polizia locale che presidia l’inizio di corso della Libertà
– durante l’apertura pomeridiana dei negozi –, con il lampeggiatore acceso. Che
dire? È preferibile tacere perché qualsiasi giudizio sarebbe come sparare alla
Croce Rossa.
Io imposto la faccenda in
maniera diversa. Esiste secondo me una zona a rischio micro-criminalità a cavallo
della stazione ferroviaria (piazza G. Matteotti e piazzale J.F. Kennedy). Tutto
ciò dipende in parte dal fatto che essa è scarsamente
abitata; va aggiunta la presenza di locali simili che attraggono lo stesso tipo di clientela. È questa
la miscela esplosiva, non altro. (Si spaccia di più o di meno, davanti a
vecchi, cinquantenni e bambini o quando ci si ritrova con gente della stessa
età? Si registrerebbe lo stesso andazzo, se a piazza Matteotti ci fossero un
negozio d’alta moda, una ferramenta e una stamperia al posto di tre esercizi
dove si mangia e si beve?).
Tale zona ha preso questa
piega da oltre vent’anni e c’era perciò d’aspettarsi – non da ieri né
dall’altro ieri –, fenomeni di micro-delinquenza; si è registrato anche di peggio nell’ultimo periodo e il
sindaco, in questi casi, può farci davvero poco.
È la classica situazione in
cui non si conosce né si vuol comprendere in
tanti una realtà particolare. (Ipocrisia pura, un prodotto tipico
avezzanese).
È facilmente immaginabile
che cosa mi venga in mente adesso, quando leggo: «Comitato cittadino dei
commercianti e residenti di Corso della Libertà e zone limitrofe». (Bocca
cucita anche sulla lettera dell’ex-sindaco sull’argomento micro-criminalità –
20 novembre).
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