giovedì 23 novembre 2017

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(Non scriverò un rigo circa la potatura e i tagli di alberi in piazza Torlonia neanche sotto tortura). Domenica scorsa, attraversando il sottopassaggio della stazione ferroviaria ho notato le tracce di un accoltellamento avvenuto il giorno precedente. Nei giorni seguenti invece ho notato la polizia locale che presidia l’inizio di corso della Libertà – durante l’apertura pomeridiana dei negozi –, con il lampeggiatore acceso. Che dire? È preferibile tacere perché qualsiasi giudizio sarebbe come sparare alla Croce Rossa.
Io imposto la faccenda in maniera diversa. Esiste secondo me una zona a rischio micro-criminalità a cavallo della stazione ferroviaria (piazza G. Matteotti e piazzale J.F. Kennedy). Tutto ciò dipende in parte dal fatto che essa è scarsamente abitata; va aggiunta la presenza di locali simili che attraggono lo stesso tipo di clientela. È questa la miscela esplosiva, non altro. (Si spaccia di più o di meno, davanti a vecchi, cinquantenni e bambini o quando ci si ritrova con gente della stessa età? Si registrerebbe lo stesso andazzo, se a piazza Matteotti ci fossero un negozio d’alta moda, una ferramenta e una stamperia al posto di tre esercizi dove si mangia e si beve?).
Tale zona ha preso questa piega da oltre vent’anni e c’era perciò d’aspettarsi – non da ieri né dall’altro ieri –, fenomeni di micro-delinquenza; si è registrato anche di peggio nell’ultimo periodo e il sindaco, in questi casi, può farci davvero poco.
È la classica situazione in cui non si conosce né si vuol comprendere in tanti una realtà particolare. (Ipocrisia pura, un prodotto tipico avezzanese).

È facilmente immaginabile che cosa mi venga in mente adesso, quando leggo: «Comitato cittadino dei commercianti e residenti di Corso della Libertà e zone limitrofe». (Bocca cucita anche sulla lettera dell’ex-sindaco sull’argomento micro-criminalità – 20 novembre).

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