venerdì 29 dicembre 2017

Résumé

È stato un anno strano di cui conservo pochissime cose e di scarso rilievo – volendo, potete saltare direttamente agli auguri. (C’è andata giù duro anche negli ultimi dodici mesi ‘sora nostra’). Che cosa ricordo?
Sono uscito al solito presto la seconda domenica di febbraio e nel mio giro ho incontrato solo dodici persone. (Era particolarmente deserta la città). Ognuna accompagnava il proprio cane.
In primavera sono rimasto a osservare un bel po’ un tipo con un grosso tubercolo di Darwin. Non ho mai visto roba del genere, nemmeno al cinema.
(Un retroscena). Mesi addietro ho scritto sulle foto nel web di quelle sei, sette persone che stavano arrostendo carne da utilizzare per la cosiddetta Pasqua musulmana. Qual è stata la mia prima reazione? È come quando all’estero senti gli italiani – perché li riconosci – rumoreggiare, fare baccano. Vedi gente uguale a te comportarsi in un modo, come non faresti mai; provi qualcosa che sta tra l’imbarazzo e la vergogna in quei momenti.
A un funerale nel mese di settembre, è successo che all’uscita del feretro, quelli usciti dalla chiesa non si sono mescolati con noi, rimasti fuori. Due popoli, ho riflettuto tra me e me, non tribù o sette diverse, come succede con maggior frequenza negli ultimi lustri.
Ho raccontato (5 novembre) di aver incrociato la carcassa di un grosso uccello presso la ferrovia dello zuccherificio ma ignoravo che rapace fosse. Era una poiana (Buteo buteo). (Era facile in fondo, sarebbe bastato soffermarsi sul becco).
Il periodo natalizio è caratterizzato dagli accattoni in trasferta dalle nostre parti. È andata un po’ diversamente, quest’anno. All’inizio del mese si notavano in giro alcuni colleghi locali che hanno preceduto, si sono poi confusi con quelli di fuori – ne erano meno del solito; i nostri però sono a tempo determinato. (Solo camminando sui marciapiedi ti accorgi che la situazione economica italiana è leggermente peggiorata).
Mi ha talvolta consolato il web. In un’intervista a IlFattoQuotidiano (10 dicembre 2017) Battista Liserre 33 anni racconta che se n’è andato a lavorare fuori dall’Italia. «i politici hanno distrutto tre generazioni di giovani». Tre. Ok, sono d’accordo.
Ho scovato questo piacevole pezzo: «Vogliamo parlare di partecipazione ma anche di trasparenza, coraggio e rispetto per i cittadini, perché il 12 dicembre di tre anni fa l’allora Sindaco Marino incontrava in un evento pubblico i cosiddetti “blogger romani”», in Quando l’amm.ne incontrava i cittadini, in «Diarioromano» 13 dicembre 2017.
Ci metto anche questo, che crepi l’avarizia: Giancarlo Sociali, Il cerchio si stringe intorno all’archivio storico di Celano, 28 novembre 2017. (Sta su WordPress).
(Dulcis in fundo). Voglio infine segnalare il gran lavoro della testata PrimaDaNoi, del suo direttore Alessandro Biancardi circa le vicende che interessano il massiccio del Gran Sasso negli ultimi anni.
(Un paio di risposte). 1) Ho preferito giusto accennare a Gualtiero Marchesi avendolo incontrato solo in un’occasione e parlandoci pochissimo (2006); mi è però apparso come una persona perbene e a suo agio nel mondo delle arti. 2) Potevo risparmiarmi il post precedente (28 dicembre) per come sono poi andate le cose? (Sindaco e commercianti hanno fatto pace qualche ora dopo la mia pubblicazione). No, perché mostro l’ambiente culturale in cui si producono certe distorsioni della democrazia – pacificazione compresa. Al posto del sindaco d’Avezzano avrei mandato a quel paese – senza indugi e sul pesante – le associazioni dei commercianti, altro che giustificazioni e chiarimenti. (Tornerò tra qualche giorno su questo argomento – per cui ho quasi sbroccato).
Grazie per l’attenzione in ogni modo e soprattutto auguri a tutti voi, sparsi ai quattro angoli della Terra, per il nuovo anno.

So long Marianne | it’s time that we began | to laugh and cry and cry and laugh | about it all again’.

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