domenica 11 febbraio 2018

Colours

Ha avuto successo il post precedente. L’argomento è ancora una raccolta di firme dovuta a un presunto cambio di rotta dell’attuale Amministrazione rispetto a quella precedente.
L’anno scorso ho raccontato come la riduzione del traffico motorizzato privato, sia stato sensibilmente ridotto in alcune città europee. È almeno una questione di continuità amministrativa: sindaci di diverso colore politico avevano una simile volontà e la stessa ricetta per ridurre il numero delle automobili private. (Succede anche altrove non solo in Italia, che un partito abbia una vita breve o sia soggetto a cambi di rotta, riposizionamenti). Non è però solo una mera faccenda amministrativa, politica: c’entra in realtà anche la risposta, la collaborazione della collettività, dell’opinione pubblica, dei singoli cittadini.
Il prossimo 4 marzo metterò i piedi – per votare alle Politiche –, nell’aula dove ho trascorso l’anno scolastico 1968-69. È stato quello uno dei motivi – l’ultimo in ordine d’importanza, com’è ovvio –, per oppormi alla vendita della Corradini-Fermi, alcuni anni fa. Trovo un’esagerazione parlare di «progetto» riguardo al complesso dei Torlonia, com’è successo nei giorni passati; va bene il termine idea e meglio ancora, pensata; sono state lanciate negli anni, idee circa il riuso delle sue singole parti; manca un’idea decente di come occupare degnamente proprio il palazzo: non si può trasferire proprio tutto in un posto del genere. (Il progetto è una cosa diversa dal patchwork di pensate. C’entra anche il non ritrovarsi, il non sentirsi inglobati in una dinamica di sorta da parte dei compaesani). La mancanza di pensiero, di elaborazione è dovuta al fatto che quella zona è sempre rimasta estranea all’immaginario degli avezzanesi e perciò non si è mai proposto (collettivamente, singolarmente) un suo uso diverso. Essa rientra nelle competenze del nostro Comune da pochi anni, ma non registro cambiamenti di sorte nella testa dei compaesani: resta una sorta di enclave dentro la città.
Si sviluppa in un simile ambiente quella raccolta di firme: alla gente interessa poco o niente – comprensibilmente – il futuro, il destino di quel complesso.

I «colori» politici perciò, invogliano a cliccare chi cerca o si trova davanti agli occhi la petizione di Change. Altroché.

Nessun commento:

Posta un commento