giovedì 22 febbraio 2018

The Duellists

Non si sono sprecati in comunicazione i partiti nell’attuale congiuntura al Comune d’Avezzano: hanno qualche idea in proposito? Mi ha fatto arrabbiare all’inizio, il comunicato di LeU regionale che proponeva di tornare alle urne (20 febbraio). (Qualcuno ricorderà che lo stesso è stato smentito in qualche maniera da LeU Avezzano due giorni dopo, invitando a proseguire).
Tre dei candidati sindaco alle ultime Amministrative, provenivano dalla stessa alleanza politica; nessuno aveva una tessera di partito in tasca al momento della candidatura. I due principali contendenti hanno trascinato nella loro azione i maggiori partiti presenti nel capoluogo marsicano. La campagna elettorale è stata abbastanza vivace, combattuta come pure i primi mesi dell’amministrazione De Angelis. (Chi perde le elezioni, si chiude tradizionalmente nel mutismo per cinque anni meditando la rivincita, da noi).
Tale situazione certo non meraviglia nessuno dopo i rutilanti anni Ottanta e «Berlusconi»; la personalizzazione della politica ha ormai alle spalle più di un trentennio. Un conto è però trattarne in modo accademico, un altro è trovarsi in una città davanti al rischio di un commissariamento, quindi, dell’azzeramento di un qualsiasi programma elettorale.
La questione è perciò: come evitare simili intoppi nella nuova situazione amministrativa.
È il caso soprattutto da noi, che i partiti riconquistino lo spazio che essi hanno lasciato libero negli ultimi decenni, essi devono tornare a essere dei punti di riferimento per l’opinione pubblica. C’è voglia di discutere in giro – i giovani in particolare –, di là dei lazzi e le offese che compaiono nei social network. Hanno commentato la vicenda solo M5s, Udc e Forza Italia (regionale): è ancora poco. I nostri partiti dovevano avere una linea di condotta ben chiara già dopo il ballottaggio – giugno 2017.

Spero che in caso di nuove (malaugurate) elezioni non si propongano nuovamente gli stessi due protagonisti – uno sì e uno no, casomai. (Hanno stancato dopo tre anni di litigi).

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