Non si sono
sprecati in comunicazione i partiti nell’attuale congiuntura al Comune d’Avezzano:
hanno qualche idea in proposito? Mi ha fatto arrabbiare all’inizio, il
comunicato di LeU regionale che proponeva di tornare alle urne (20 febbraio).
(Qualcuno ricorderà che lo stesso è stato smentito in qualche maniera da LeU
Avezzano due giorni dopo, invitando a proseguire).
Tre dei
candidati sindaco alle ultime Amministrative, provenivano dalla stessa alleanza
politica; nessuno aveva una tessera di partito in tasca al momento della
candidatura. I due principali contendenti hanno trascinato nella loro azione i
maggiori partiti presenti nel capoluogo marsicano. La campagna elettorale è
stata abbastanza vivace, combattuta come pure i primi mesi dell’amministrazione
De Angelis. (Chi perde le elezioni, si chiude tradizionalmente nel mutismo per
cinque anni meditando la rivincita, da noi).
Tale situazione
certo non meraviglia nessuno dopo i rutilanti anni Ottanta e «Berlusconi»; la personalizzazione della politica ha
ormai alle spalle più di un trentennio. Un conto è però trattarne in modo
accademico, un altro è trovarsi in una città davanti al rischio di un
commissariamento, quindi, dell’azzeramento di un qualsiasi programma
elettorale.
La questione
è perciò: come evitare simili intoppi
nella nuova situazione amministrativa.
È il caso
soprattutto da noi, che i partiti riconquistino lo spazio che essi hanno
lasciato libero negli ultimi decenni, essi devono tornare a essere dei punti di
riferimento per l’opinione pubblica. C’è voglia di discutere in giro – i
giovani in particolare –, di là dei lazzi e le offese che compaiono nei social network. Hanno commentato la
vicenda solo M5s, Udc e Forza Italia (regionale): è ancora poco. I nostri partiti
dovevano avere una linea di condotta ben chiara già dopo il ballottaggio –
giugno 2017.
Spero che in
caso di nuove (malaugurate) elezioni non si propongano nuovamente gli stessi due
protagonisti – uno sì e uno no, casomai. (Hanno stancato dopo tre anni di
litigi).
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