Non mi sto
occupando delle prossime Politiche, scrivo però qualche noterella.
Nemmeno un
anno fa, due mesi prima delle Amministrative, il nostro centro era occupato da
sedi elettorali di partiti, liste e singoli candidati; vi era fermento in città.
Quest’anno invece, trovo aperte solo due sedi temporanee (PaP e a giorni, Fi).
Pd e M5s hanno già una sede.
L’unico
partito che ha affisso i manifesti negli spazi elettorali, è Forza Italia; gli
unici volantini in circolazione (con il programma), sono stati stampati da
Potere al Popolo.
Niente comizi
ad Avezzano per il momento, a differenza di un anno fa; nel frattempo, io seguo
quello che passano i mezzi di comunicazione nazionali. I temi di questa
campagna elettorale sono essenzialmente due: l’immigrazione e la riduzione
delle tasse. Tutto ciò come se negli ultimi nove-diecimila anni Homo sapiens non avesse minimamente
vissuto di agricoltura, allevamento e industria. È come se si vivesse di aria, stando alle dichiarazioni dei nostri
rappresentanti ed eletti. Il recente incidente a Pioltello (MI) avrebbe dovuto
aprirci (finalmente) gli occhi sullo stato di non buona salute della nostra rete
ferroviaria – tralascio il materiale rotabile. (Una nota di leggerezza). In
Europa si è già preso a discutere, a differenza dell’Italia, del tema
cosiddetto delle cavallette a tavola. È una questione da affrontare
considerando la possibilità di disporre proteine con un minore impatto
ambientale per la loro «produzione». (È mera pigrizia o forse sciatteria che non
s’indugi sui diritti delle donne e delle minoranze sessuali, d’ambiente, in
campagna elettorale e con tante liste a disposizione: quale occasione migliore?)
La vicenda
che mi ha maggiormente indignato finora, è la polemica legata al marketing (audience development) del Museo Egizio
di Torino. La trovo particolarmente ipocrita e odiosa considerando la geografia,
l’ambiente contemporaneo: come si vende
al meglio un prodotto in Occidente?
(Il Centro di oggi ha aperto con la brutta
notizia secondo cui la regione ha perso 6mila residenti in un anno. La
popolazione abruzzese è scesa di oltre 18mila
unità in quattro anni)
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