(Mi
allargo un bel po’). Alla metà del mese mi è capitato un pezzo sotto gli occhi,
materia che avrebbe dovuto interessare più di una testata giornalistica: l’Assemblée Nationale
ha abolito la parola «razza», dalla Costituzione transalpina. (Ci stavano
pensando già dai tempi di François Hollande).
Noi invece
eravamo alle prese – si fa tanto per dire – con l’ottantesimo anniversario delle
«leggi razziali». Dopo tanti anni in realtà, si aveva l’imbarazzo della scelta
per definire quell’odioso avvenimento: «leggi razziali», «leggi razziste»,
«leggi anti-ebraiche». Conversando con le persone preferisco impiegare l’ultima
espressione: l’avevano con loro gli altri italiani negli anni Trenta. (I cugini
d’Oltralpe ci hanno fornito un assist).
‘We say goodbye before we’ve said hello’.
Alberto Negri
RispondiEliminaLa legge che dice la verità su Israele: finisce una farsa
Gideon Levy sul quotidiano israeliano Haaretz spiega la nuova legge israeliana sullo stato-nazione. Ecco la sintesi:
Il parlamento israeliano, la Knesset, ha approvato una delle leggi più importanti della sua storia, oltre che quella più conforme alla realtà. La legge sullo stato-nazione (che definisce Israele come la patria storica del popolo ebraico, incoraggia la creazione di comunità riservate agli ebrei, declassa l’arabo da lingua ufficiale a lingua a statuto speciale) mette fine al generico nazionalismo di Israele e presenta il sionismo per quello che è. La legge mette fine anche alla farsa di uno stato israeliano “ebraico e democratico”, una combinazione che non è mai esistita e non sarebbe mai potuta esistere per l’intrinseca contraddizione tra questi due valori, impossibili da conciliare se non con l’inganno. Se lo stato è ebraico non può essere democratico, perché non esiste uguaglianza. Se è democratico, non può essere ebraico, poiché una democrazia non garantisce privilegi sulla base dell’origine etnica. Quindi la Knesset ha deciso: Israele è ebraica. Israele dichiara di essere lo stato nazione del popolo ebraico, non uno stato formato dai suoi cittadini, non uno stato di due popoli che convivono al suo interno, e ha quindi smesso di essere una democrazia egualitaria, non soltanto in pratica ma anche in teoria. È per questo che questa legge è così importante. È una legge sincera.