Batto
il ferro finché è caldo. Nello stesso giorno (1 febbraio 2019), Silvio
Berlusconi a Pescara ha ricordato, ancora a detta di AbruzzoWeb, che «c’era il progetto per velocizzare la ferrovia che
collega Pescara e Roma», come dire: non se n’è fatto più niente. Parlai a suo
tempo di una manifestazione del Partito democratico lungo le stazioni abruzzesi
della Roma-Pescara, pochi mesi prima, erano stati tagliati i fondi per il suo
ammodernamento. In breve: Antonio Di Pietro (governo Prodi) aveva trovato i
quattrini per velocizzare quella tratta ferroviaria e Giulio Tremonti (governo
Berlusconi) li aveva eliminati; si tenne anche ad Avezzano una di quelle
manifestazioni.
Acqua
passata. Sono stato tra i rari abruzzesi a lamentare che in Abruzzo non è stato
fatto passare il circuito dell’Alta
velocità. (Non è solo questione di velocità ma soprattutto di presenza sulle
mappe. Servono per orientarsi le mappe) A questo va aggiunto che da almeno un
ventennio, gli abruzzesi sono stati disabituati a prendere il treno per
raggiungere Roma e non sarà facile tornare alle vecchie usanze. Un paio d’anni
fa, riportai le dichiarazioni rese a una testata web abruzzese da un dirigente
delle ferrovie che rassicurò: niente investimenti fino al 2023. (È bene precisare che il capo di Forza Italia non è stato
l’unico a trattare l’argomento in modo superficiale, in questi giorni). In
fine, «Roma-Pescara» indica due tracciati diversi da qualche tempo, il primo è
quello storico mentre il secondo è uno che si vorrebbe far passare per
L’Aquila.
‘Batti batti le manine…’
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