sabato 9 febbraio 2019

R19 (blob 9)

«Berlusconi, che in Abruzzo è alleato di Salvini, si augura che “il governo cada”, perché è pericoloso. L’alleato invece promette che andrà avanti. L’altra alleata in Abruzzo, Giorgia Meloni, attacca il ministro dell’Ambiente del governo Salvini-Di Maio, perché “ha gestito in modo scandaloso” la vicenda della discarica dei veleni di Bussi», in A. De Angelis, cit., 3 febbraio 2019.
Giovanni Legnini. «Per inciso, Marco Marsilio disse che si sarebbe dimesso, ma non se ne sa più nulla: ha mantenuto il posto in caldo per lunedì. Così come Sara Marcozzi, candidata al proporzionale per garantisti con un ombrello protettivo il seggio al Consiglio», in «AbruzzoWeb» 6 febbraio 2019. Ha chiesto al primo – direttamente –, nell’ultima tribuna elettorale del Tgr: «[perché] nel candidarti a presidente della Regione in Abruzzo non ti sei dimesso da senatore, che fine hanno fatto le tue dimissioni?», dal resoconto di Filippo Tronca, nel giorno stesso, in AbruzzoWeb. (Ho scritto qualcosa sulla seconda – si capiva poco al solito, d’accordo –, il 17 gennaio; le dimissioni di Marsilio, invece, io le avevo già «bevute» diversi giorni prima che fosse il candidato ufficiale di quell’alleanza elettorale: gluglugluglu. Beata ingenuità, la mia)
Dopo tutte queste perle pescate nel web, Antonella De Santis: «La peggior politica viene eletta dai cittadini che non votano», lo scorso 4 febbraio 2019. Spiacente madame le cose non sono proprio messe così: noi che non votiamo neanche eleggiamo. (Ci casca anche il candidato governatore di Cpi; «Per Flajani chi non va a votare è complice», come riportato da Alessandra Cococcetta – tribuna elettorale Tgr citata –, 8 febbraio 2019).
(Repetita iuvant). Entro la prossima settimana dovrebbe chiudersi la vicenda «autonomia differenziata per tre regioni del Nord: Veneto, Lombardia, Emilia Romagna»; sarebbe un brutto colpo per le finanze delle regioni appartenenti al Mezzogiorno, ma non scorgo nessun peccato negli altri, non mi scandalizzo se i settentrionali approfittano della tradizionale imbecillità dell’elettorato meridionale. Altro che «più strade, più scuole, più ospedali» e simili amenità.

Chiudo questo lungo divertissement; ho compreso in queste settimane come l’Abruzzo abbia imboccato la strada del declino e come invece non ne abbiano minimamente contezza, gli abruzzesi rimasti tra queste montagne. (‘e voi ballate | e voi ballate | ballate ancora’. Sì, c’è davvero poco da ridere o ridacchiare). Vabbè, mi prendo un riposino.

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