Qualcuno
mi ha rimbrottato – ironicamente – per il mio ambientalismo a orologeria. Era
uscito, nella mattinata, un comunicato di un paio di consiglieri comunali legati
a Giovanni Di Pangrazio dalla precedente consiliatura. «Si tagliano piante
storiche di oltre settanta anni di storia in pieno centro e nessuno dice nulla», in L’amministrazione di Avezzano fa marcia
indietro su taglio degli alberi in piazza del Mercato, Pd: altro scempio, in
«MarsicaLive» 5 giugno 2019. Questa era l’accusa mossa agli avezzanesi da Roberto
Verdecchia e Domenico Di Berardino – è mio il grassetto. (Ieri era la Giornata
mondiale dell’ambiente, potendo interessare).
Avevo
scritto qualcosa a suo tempo, in realtà. Raccontai come il primo progetto di restyling (amministrazione Di Pangrazio)
prevedesse l’abbattimento di alcuni alberi lungo via C. Battisti per realizzare
dei parcheggi – la superficie della piazza riservata ai pedoni sarebbe rimasta all’incirca
la stessa con la chiusura al traffico motorizzato di via del Mercato. (La pedonalizzazione
non era organica al rifacimento della pavimentazione). Qualcuno spiegò al
sottoscritto come fosse facile eliminare quei tre alberi, interrompere un filare
senza incappare nelle maglie della magistratura. La gente della mia età conosce
anche la figura del camionista distratto o del ruspista bevutello che quando lavorano, ne combinano spesso qualcuna – mi
riferisco ai restanti quattro alberi. Sappiamo com’è andata a finire.
A ridosso
dell’ultima campagna elettorale, lamentai come la stessa Amministrazione (Di
Pangrazio) avesse reciso una di quelle che, nel volgere di un paio d’anni, fa
parte come per incanto delle «piante storiche»; l’albero in questione sorgeva all’incrocio
tra via del Mercato e via B. Croce. (Non solo, toccò al nero asfalto liquidare definitivamente
la questione, dopo due o tre giorni: la stessa «cura» adottata all’inizio di
via A.M. Torlonia, lato sinistro).
C’è scritto
anche questo quasi alla fine del pezzo citato: «Sul restyling della piazza, […]
gli alberi non mancheranno». Tanto che mi ci trovo: durante la stessa lunga
campagna elettorale delle Amministrative (2017), furono abbattuti anche diversi
pini neri lungo via M. Kolbe.
Ok, quasi
tutti tacciono e bisognerebbe capirne il motivo, ma chi oggi s’indigna – mi
riferisco al caso specifico – farebbe bene a starsene in silenzio.
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