martedì 18 giugno 2019

Gli alberi degli altri 2

Nel post dell’11 giugno, ho ricostruito l’inizio di tale vicenda: 7 marzo 2018. L’ambientalista è quel tipo che dice generalmente: «Sì, ma…» oppure «No, ma…». («No all’energia dal fossile ma sì a quelle rinnovabili»). Per il politico esiste generalmente sì o no: può permettersi il lusso di cambiare spesso idea, soprattutto nel Meridione dominato dal clientelismo più becero nei rapporti sociali. Il primo è quello che deve giustificare, aggiungere un’altra possibilità ai suoi dinieghi, mentre il secondo no. L’ambientalista prenderebbe a scrivere a testate giornalistiche, amministratori, altre associazioni, non appena conosciuto il contenuto di un progetto che non approva – 15 mesi fa nel nostro caso. Il tempo serve per trovare alleanze, accordi e soluzioni. Il partito, il sindacato e l’associazione di categoria protestano all’ultimo momento – come mi dimostra l’esperienza – perché sono pesci che nuotano nella stessa acqua, dove sono in vigore le stesse regole. Deriva dalla mia età la domanda: chi hanno presentato o sostenuto alle Amministrative 2017 Auser, Cisl, Movimento cristiano lavoratori? (Il meccanismo della «cinghia di trasmissione» non ha riguardato solo Pci e Cgil per decenni, in Italia). Un’altra prova: «ristabilire un rapporto di seria e rispettosa collaborazione con le associazioni di categoria locali», auspica il gruppone degli ex consiglieri comunali, l’11 giugno 2019. Ergo: interessi di categoria sì, quelli pubblici o diffusi, no. La cosa più ridicola è quando, nel loro copione, questi personaggi infilano un ambientalismo vintage, fuori dall’attuale dibattito – ne ho già trattato lo scorso 10 giugno. (È consigliabile da parte di un ambientalista, spingere per rimuovere qualche chilometro quadrato di asfalto e cemento inutile, più che non far sostituire sette alberi seppur «secolari» o «storici», ad Avezzano. Arrabbiarsi con i sushi bar…).
Ho citato nel blog almeno tre volte l’abbattimento di alcuni pini su via M. Kolbe durante la lunga campagna elettorale per le Amministrative 2017 – c’entrava perciò l’amministrazione Di Pangrazio. È finita lì, non sono stati piantati nuovi alberi al loro posto. Ci fosse stato qualche soggetto che abbia detto o scritto mezza parola di protesta, allora come in seguito, nel lungo elenco che ho pubblicato nel precedente post. Potrei citare degli altri casi durante le amministrazioni Spallone, Floris e Di Pangrazio. Gabriele De Angelis è stato quello che ha piantato nuovi alberi al posto dei recisi più degli altri tre sindaci appena nominati: è bene riconoscerlo, senza bisogno di elaborati calcoli.
(Facebook). Mi hanno raccontato di qualche commento che ha provato ad avvicinare i riottosi. «Alberi» e «pista ciclabile» sono due cose diverse: lo so bene e perciò li posso scrivere tra virgolette però hanno dei legami tra loro. E poi: poteva chiedere l’adesione a quella manifestazione – a me, all’associazione cui appartengo –, il Movimento 5 stelle dopo essersi lungamente speso per impedire, sabotare, rimuovere la nuova pista ciclabile? Per capirsi: uno che va in bicicletta o a piedi produce meno, più o le stesse sostanze inquinanti di chi si muove con un mezzo a motore privato? Per abbassare l’inquinamento atmosferico è necessario, essenzialmente, ridurre la quantità delle sostanze che noi v’immettiamo; ben vengano gli alberi – vecchi, nuovi, così-così, tanti-tanti-tanti, poi.

Spunta un secondo elemento: l’ipocrisia. «ipocriìa (ant. ipocreìa e pocriìa) s. f. [dal gr. ὑποκρισίη, forma rara per ὑπόκρισις «simulazione», der. di ὑποκρίνω «separare, distinguere», e nel medio ὑποκρίνομαι «sostenere una parte, recitare, fingere»]». Il solito, provvidenziale, amato dizionario Treccani. (2/3)

1 commento: