lunedì 10 giugno 2019

Greenwashing, chapter 4

(Riprendo dalle pubblicazioni di questi giorni). Applico lo stesso discorso utilizzato per Di Berardino e Verdecchia nel post dello scorso 6 giugno, a Francesco Eligi. Il consigliere comunale scrive: «In un’epoca dove l’attenzione all’ambiente è sempre più pregnante per la Società, fa specie che alberi di tale mole debbano soccombere [perché] così si vuole in Municipio», in «Site» 6 giugno. Anzi, peggio: lui è un altro che ha lasciato correre riguardo al tiglio abbattuto e all’asfaltatura alla confluenza di via del Mercato in via B. Croce durante la scorsa campagna elettorale, nel 2017. Appunto: quale migliore occasione per attaccare un avversario politico? (Di Pangrazio in quel caso). M5s è contrario alle piste ciclabili da noi, tanto per fornire una cifra dell’ambientalismo di questo partito.
(Nessuno ha notato che nel rifacimento dei marciapiedi lungo via C. Corradini, all’altezza di Tecnica 2000, sono state restaurate le aiuole in cui piantare nuovi alberi, dopo decenni di «privatizzazione»: il grado zero della democrazia più che verde pubblico, ambiente e storia. Succederà lo stesso nel resto di quella strada).
Non ho minimamente menzionato via E. Palanza, il 7 giugno e invece si riferiva giusto a quella strada, il comunicato di cui ho discusso. Si tratta solo dei «20 arbusti a ridosso del parcheggio in via Palanza». (Alberi o arbusti?). Augusto Di Bastiano spiega: «io ho scritto al sindaco De Angelis perché non capisco dove si vuole arrivare», in Taglio degli alberi nel parcheggio di via Palanza, Presutti: ci verrà realizzato un terminal bus e un chiosco, in «MarsicaLive» 9 giugno 2019. Ci ha pensato l’ex assessore all’Ambiente a informare che: «nell’area verranno realizzati un terminal bus e un chiosco già in cantiere da tempo», ibidem. Capisco che chi è passato in quelle parti non abbia minimamente immaginato che si volesse costruire un terminal bus, ma qualcosa che facesse pensare alla base di un chiosco già si notava camminando sul marciapiede destro, a quella data.
Io mi lamento sempre perché le critiche investono sempre i pubblici amministratori e mai i tecnici o quelli che progettano qualcosa. È provvidenziale perciò quest’altra: «Gli alberi sono stati tagliati in base a una relazione dell’agronomo Marco Fattoretti che è disponibile in Comune». Vada perciò a informarsi e poi a contestare il tecnico, il Centro Giuridico del Cittadino – con qualche dato in mano casomai. (Vale la stessa cosa per Roberto Verdecchia: che irrida, rimbrotti pure l’ingegnere, l’università di Roma per avere ispirato una «pista ciclabile incoerente ed inopportuna» – 8 giugno 2019 –, per Avezzano. Buon viaggio!). A proposito: l’appello ad alcune associazioni ambientaliste a partecipare in qualche maniera alla rimostranza per il taglio dei ventidue alberi, ha avuto un seguito? Penso di no, a leggere il web negli ultimi giorni. Come mai? È una questione di comunicazione, di linguaggio molto datato nel caso specifico – secondo le mie fissazioni: «Negli arbusti e nei suffrutici del sottobosco, vivono stabilmente o di passaggio tutta una serie di organismi che si accrescono, nutrono o cercano dimora tra la lettiera di aghi e la vegetazione tipica di questo ambiente. Ma anche di notte sulle chiome degli alberi e degli arbusti di questo ecosistema vivono uccelli notturni come il gufo, l’allocco e la civetta che attirano altri predatori come la martora, la faina e, chissà quanti altri piccoli abitatori», 4 giugno 2019. È vintage; mi ha ricordato quando ascoltavo quelli del WWF all’inizio degli anni Settanta. (Erano più precisi, d’accordo).

Ok, dovrei scrivere qualcosa sull’attuale situazione amministrativa, anche se non ne ho molta voglia.

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