sabato 22 giugno 2019

L'aggiunta

In passato ho ridicolizzato chi considerava la seconda tranche del restyling in piazza Risorgimento un’isola pedonale. Ho ripetuto, riferito alla questione in ballo in questi giorni, che i lavori seguiranno «un progetto», qualcosa d’indivisibile.
È fuori luogo, perciò, ribattere che gli steli di legno sarebbero migliori di quelli metallici previsti, che una copertura di ghisa è tutt’altra storia rispetto al vetro e il plexiglas o che non vi è nessun rapporto tra alberi e la copertura progettata – com’è successo davvero. Ciò che resta dell’amministrazione De Angelis ha diffuso di recente un comunicato in cui chiariva che: «il permanere di alberi di tale dimensione e tipologia, genererebbe un aggravio per la manutenzione delle nuove coperture in vetro che andranno realizzate»; si riferiva più che all’accumulo quotidiano di polvere, alla caduta di foglie in autunno – meno problemi con (più) alberi più bassi. (Cfr. G. Antenucci, Piazza del Mercato di Avezzano, parlano gli ex consiglieri e assessori: progetto presentato alla città già un anno fa, in «MarsicaLive» 13 giugno 2019). Non solo, «la tipologia del lavoro non consente la permanenza delle alberature esistenti così come posizionate attualmente [poiché] il loro apparato radicale metterebbe a rischio la tenuta statica dell’opera» – roba da progettisti anche questa. (Si può confutare l’una e l’altra, volendo. Se si hanno gli argomenti). La seconda è sicuramente applicabile alla mattonatura riferita al primo progetto di restyling targato Di Pangrazio: avrebbe infastidito l’impresa, lavorare su un fondo irregolare. Avevo anche malignato sul fatto che qualche ruspa avrebbe danneggiato qualche fusto o almeno le radici durante i lavori (6 giugno u.s.). Rientra anche questo nella categoria ipocrisia.

Durante l’adolescenza ascoltavo Mick che cantava: ‘Send me dead flowers to my wedding | And I won’t forget to put roses on your grave’.

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