Ancora
lumi sulla situazione politica locale. (Politica o amministrativa?). È cambiato
poco dal post del 26 maggio: «Sarà molto difficile se non impossibile per il
sindaco, per come vedo io la vicenda, proseguire con il ritmo che ha
finora mantenuto».
Si litiga
per cosa, oggi? Sono rimaste in piedi solo due
questioni e chissà perché: il T-red – qualcuno l’ha chiamato «semaforo killer» (to kill = uccidere) – e lo spostamento
del mercato settimanale. Salto alla seconda perché la prima questione è un po’ più
complicata di quanto ho immaginato all’inizio – così amplio il mio discorso.
È assodato
che lo spostamento del mercato settimanale da piazza A. Torlonia era dovuto al
suo impatto su quel luogo: questo
era il punto di partenza cui bisognava tutti concordare. Nelle proteste e nelle
polemiche degli ultimi dieci mesi è stata criticata per modo di dire tale
decisione. In questo lasso è stata avanzata una sola proposta: quella di far
tornare gli ambulanti «al centro» è troppo generica. (Mi si dirà: noblesse oblige). C’è chi ha pensato a
dirottare il mercato del sabato su via XX Settembre. (Ne ho già ampiamente sparlato
in un post, lo scorso 30 aprile). Tale proposta, a detta del vice-sindaco: «è
stata bocciata da tutti i dirigenti comunali intervenuti alla conferenza dei
servizi» – lo avrete già letto nelle testate on-line della scorsa domenica. (I nostri dirigenti comunali sono nove: gente che lavora da anni dentro il Comune. È bene precisare: ignoro quanti ne
fossero presenti in quella riunione). È questo il nocciolo del mio discorso:
può un sindaco prendere una decisione che trova la contrarietà o almeno
l’opposizione di chi spinge la macchina amministrativa? Sì, ma non sempre. In
un caso del genere, si può ottenere come reazione anche dei rallentamenti, perfino
una sorta di ammutinamento da parte di chi rimarrà
dentro quelle palazzine dopo il primo cittadino in questione. È perciò inopportuna
una contrapposizione da parte di un sindaco che si trova nella prima parte della sua prima consiliatura – l’attuazione del
programma elettorale potrebbe rallentare di pochissimo o addirittura
incepparsi.
(Lasciamo perciò
alle chiacchiere da bar o a Facebook, frasi del tipo: «Gli impiegati comunali
non fanno un cazzo dalla mattina alla sera». Tutto questo rimanda anche al tormentato
rapporto che la politica ha in generale con il mondo della conoscenza, della
scienza, della ricerca: i laureati italiani vanno via e fanno bene).
Nessun commento:
Posta un commento