mercoledì 5 giugno 2019

Una ripresa

Ancora lumi sulla situazione politica locale. (Politica o amministrativa?). È cambiato poco dal post del 26 maggio: «Sarà molto difficile se non impossibile per il sindaco, per come vedo io la vicenda, proseguire con il ritmo che ha finora mantenuto».
Si litiga per cosa, oggi? Sono rimaste in piedi solo due questioni e chissà perché: il T-red – qualcuno l’ha chiamato «semaforo killer» (to kill = uccidere) – e lo spostamento del mercato settimanale. Salto alla seconda perché la prima questione è un po’ più complicata di quanto ho immaginato all’inizio – così amplio il mio discorso.
È assodato che lo spostamento del mercato settimanale da piazza A. Torlonia era dovuto al suo impatto su quel luogo: questo era il punto di partenza cui bisognava tutti concordare. Nelle proteste e nelle polemiche degli ultimi dieci mesi è stata criticata per modo di dire tale decisione. In questo lasso è stata avanzata una sola proposta: quella di far tornare gli ambulanti «al centro» è troppo generica. (Mi si dirà: noblesse oblige). C’è chi ha pensato a dirottare il mercato del sabato su via XX Settembre. (Ne ho già ampiamente sparlato in un post, lo scorso 30 aprile). Tale proposta, a detta del vice-sindaco: «è stata bocciata da tutti i dirigenti comunali intervenuti alla conferenza dei servizi» – lo avrete già letto nelle testate on-line della scorsa domenica. (I nostri dirigenti comunali sono nove: gente che lavora da anni dentro il Comune. È bene precisare: ignoro quanti ne fossero presenti in quella riunione). È questo il nocciolo del mio discorso: può un sindaco prendere una decisione che trova la contrarietà o almeno l’opposizione di chi spinge la macchina amministrativa? Sì, ma non sempre. In un caso del genere, si può ottenere come reazione anche dei rallentamenti, perfino una sorta di ammutinamento da parte di chi rimarrà dentro quelle palazzine dopo il primo cittadino in questione. È perciò inopportuna una contrapposizione da parte di un sindaco che si trova nella prima parte della sua prima consiliatura – l’attuazione del programma elettorale potrebbe rallentare di pochissimo o addirittura incepparsi.

(Lasciamo perciò alle chiacchiere da bar o a Facebook, frasi del tipo: «Gli impiegati comunali non fanno un cazzo dalla mattina alla sera». Tutto questo rimanda anche al tormentato rapporto che la politica ha in generale con il mondo della conoscenza, della scienza, della ricerca: i laureati italiani vanno via e fanno bene).

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