sabato 1 giugno 2019

Radio Chat 8

(EE 2019, 2). Ci si è scambiati un po’ di link esteri, considerando che non se n’è parlato da queste parti. Potevo fermarmi a questo titolo, con il senno di poi – e.f., Europee: Abruzzo gregario, tanti voti ma nessun eletto, in «IlCapoluogo» 27 maggio 2019. (Qualche testata, in precedenza, aveva lamentato la mancanza di leader nazionali nella campagna per le elezioni europee).
La stessa testata non va oltre, il giorno seguente, in ogni modo: «In Abruzzo la Lega prende il 35,31% e 205mila voti, ma più della metà senza espressione delle preferenze. La roccaforte leghista della circoscrizione meridionale senza rappresentante in Europa» e già questo, è tutto dire. Porta poi un esempio: «Emblematico, si diceva, il caso di Teramo, dove i due candidati della Lega hanno ottenuto in totale appena 4064 preferenze. Eppure, Teramo è la provincia abruzzese con le percentuali maggiori per la Lega: 38,13%», N. Litterio, Europee, in Abruzzo la Lega spreca 100mila preferenze, in «IlCapoluogo» 28 maggio 2019.
Era uscito anche questo durante la giornata, su un candidato locale: «Ranieri, ex consigliere regionale, […] avrebbe avuto un appoggio molto modesto da parte dei parlamentari abruzzesi, nonostante fosse fondamentale per vincere una sfida tutta in salita e tenuto conto della concorrenza dei candidati delle altre regioni della circoscrizione Sud, in primis dalle più popolose Puglia, Campania e Calabria». Si parla di numeri, di decisione politica, non di begli ideali. Il pezzo prosegue con la zona costiera: «De Blasis, l’unica che davvero aveva la possibilità di rappresentare l’Abruzzo in Europa, si è piazzata settima dietro al calabrese Vincenzo Sofo, compagno nientemeno che di Marion Le Pen, nipote della leader del Front National, Marine Le Pen», in Europee: Ranieri lasciato solo, De Blasis fuori nonostante 200 mila voti leghisti, in «AbruzzoWeb» 28 maggio 2019. Ci mancava pure cherchez la femme
La domanda che pongo ai cosiddetti trombati: loro non ne sapevano proprio niente di un rischio del genere, prima di avviare – a proprie spese – la campagna elettorale?
Io la vedo come una normale questione geopolitica, ben distante perciò dalla corrente narrazione «pop-sov», fatta di campanilismo, orgoglio, autenticità e invenzioni del genere. Nel senso: abbiamo uno scarso peso politico – a Roma come in Ue – perché noi abruzzesi, siamo quattro gatti e bisogna rimediare a tutto ciò. Perciò: come si fa a proporre a livello continentale e mondiale una politica che a livello locale è stata perdente? Era perdente, non poteva andare diversamente. (Allo stesso modo: è perdente presentarsi ognuno per proprio conto di fronte a colossi come la Cina e gli Stati Uniti).

(Il termine gregario è un eufemismo per la nostra classe politica regionale e gli abruzzesi in generale).

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