(EE 2019,
2). Ci si è scambiati un po’ di link esteri,
considerando che non se n’è parlato da queste parti. Potevo fermarmi a questo
titolo, con il senno di poi – e.f., Europee:
Abruzzo gregario, tanti voti ma nessun eletto, in «IlCapoluogo» 27 maggio
2019. (Qualche testata, in precedenza, aveva lamentato la mancanza di leader nazionali nella campagna per le
elezioni europee).
La stessa
testata non va oltre, il giorno seguente, in ogni modo: «In Abruzzo la Lega prende il 35,31% e 205mila voti, ma più della metà
senza espressione delle preferenze. La roccaforte leghista della circoscrizione
meridionale senza rappresentante in Europa» e già questo, è tutto dire. Porta
poi un esempio: «Emblematico, si diceva, il caso di Teramo, dove i due candidati della Lega hanno ottenuto in
totale appena 4064 preferenze.
Eppure, Teramo è la provincia abruzzese con le percentuali maggiori per la
Lega: 38,13%», N. Litterio, Europee, in
Abruzzo la Lega spreca 100mila preferenze, in «IlCapoluogo» 28 maggio 2019.
Era uscito
anche questo durante la giornata, su un candidato locale: «Ranieri, ex
consigliere regionale, […] avrebbe avuto un appoggio molto modesto da parte dei
parlamentari abruzzesi, nonostante fosse fondamentale per vincere una sfida
tutta in salita e tenuto conto della concorrenza dei candidati delle altre
regioni della circoscrizione Sud, in primis dalle più popolose Puglia, Campania
e Calabria». Si parla di numeri, di decisione politica, non di begli
ideali. Il pezzo prosegue con la zona costiera: «De Blasis, l’unica che davvero
aveva la possibilità di rappresentare l’Abruzzo in Europa, si è piazzata
settima dietro al calabrese Vincenzo Sofo, compagno nientemeno che di Marion Le
Pen, nipote della leader del Front National, Marine Le Pen», in Europee: Ranieri lasciato solo, De Blasis
fuori nonostante 200 mila voti leghisti, in «AbruzzoWeb» 28 maggio 2019. Ci
mancava pure cherchez la femme…
La domanda
che pongo ai cosiddetti trombati: loro non ne sapevano proprio niente di un rischio del genere, prima
di avviare – a proprie spese – la campagna elettorale?
Io la vedo
come una normale questione geopolitica,
ben distante perciò dalla corrente narrazione «pop-sov», fatta di campanilismo,
orgoglio, autenticità e invenzioni del genere. Nel senso: abbiamo uno scarso peso politico – a Roma come in Ue – perché noi abruzzesi, siamo quattro gatti
e bisogna rimediare a tutto ciò. Perciò: come si fa a proporre a livello
continentale e mondiale una politica che a livello locale è stata perdente? Era
perdente, non poteva andare diversamente. (Allo stesso modo: è perdente
presentarsi ognuno per proprio conto di fronte a colossi come la Cina e gli
Stati Uniti).
(Il
termine gregario è un eufemismo per la nostra classe politica regionale e gli
abruzzesi in generale).
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