Scrivo
giusto tre considerazioni riguardanti la nuova Giunta comunale.
(La prima).
Ritengo che un’amministrazione comunale – anche la più scalcinata, mediocre e
ridicola –, sia migliore di un commissario prefettizio. (E poi, una nuova
campagna elettorale…). Immaginavo, mi auguravo che finisse così. Si trattava
secondo me di una sconfitta politica
di Di Pangrazio che perciò non poteva essere ribaltata da una sentenza di tribunale; vi era perciò bisogno
di una rivincita in nuove elezioni o dentro il Palazzo di città: non è stata tentata
nessuna delle due strade. (È stata una sconfitta particolarmente pesante considerando
anche che egli ha condotto la campagna elettorale da sindaco). Che cosa succede
comunemente a un esercito in disfatta? Ci si separa e ognuno per la sua strada,
senza problemi di direzione; questo è divenuto evidente dopo nove mesi, nel nostro caso. (Faceva
parte della truppa dipangraziana, anche il partito più votato alle
Amministrative, l’Udc). Continuo a chiedermi: perché De Angelis, ma anche l’altra «parte», ci ha impiegato tanto
tempo a capire tale situazione? (L’ex-sindaco può solo consolarsi, dopo aver vinto
la battaglia per la legalità: «Siamo pronti al confronto come minoranza»; «in
modo chiaro e trasparente», mi sembra giusto). In fine: c’era purtroppo chi
credeva che la giustizia amministrativa avrebbe lasciato tutto com’era, ad
Avezzano.
(La
seconda). Scrivevo l’anno passato, «Dovendosi rapportare ai palazzi romani del potere
(leggi: alleanza politica che ruota intorno al Pd) per una qualche questione –
come ho già scritto –, chi introdurrà un nostro uomo delle istituzioni, almeno
fino all’addio del mite Gentiloni nel febbraio 2018? […] Si può anche concordare con la scarsa utilità di
Giuseppe Di Pangrazio nei confronti del comprensorio per via del suo rapporto
basato sulla sottomissione con D’Alfonso (di nuovo: alleanza elettorale intorno
al Pd). Mi chiedo: farà meglio qualcun altro dell’attuale schieramento «locale»
di De Angelis o del centro-destra – che mancherà per un altro paio d’anni?», 30 giugno 2017.
Applico lo stesso ragionamento all’oggi. (Allora consideravo come gli
avezzanesi, non avessero realizzato un buon affare a scegliere De Angelis
perché staccato da un contesto regionale e nazionale – nonostante l’endorsement di Silvio Berlusconi pochi
giorni prima del voto). Abbiamo oggi tre simboli di partito nella nuova
maggioranza, il sindaco ha promesso d’iscriversi, a breve, a Forza Italia.
Bisogna aggiungere che in Abruzzo si voterà anticipatamente, che il
centrodestra ha delle ottime possibilità di vincere anche le prossime Regionali.
È difficile prevedere il prossimo governo nazionale ma sarà in ogni modo
sbilanciato verso destra. Siamo messi meglio di luglio 2017 come avezzanesi,
senza dubbio.
(La terza). I
traditori e i traditi: la dabbenaggine dei secondi. (In simili casi è
preferibile non presentarsi alle elezioni, non impegnarsi in campagna
elettorale e non votare). Ho già trattato di queste cose nei primi post della
serie, mi porto avanti con il lavoro. (Si fa tanto per dire: non scriverò per
niente sulle prossime Regionali, non ne sono capace). L’altro Abruzzo è un’alleanza politica che attacca «lista civica» a
«territorio». È strano o no? Reclama potere non si capisce bene a chi, anche se
si presume a chi ne ha di più; uno immagina una serie di listerelle provenienti
da che so, Bisegna, Pero dei Santi e invece si trova di fronte alle città più
popolose e importanti dell’Abruzzo. È strano anche questo o no? (Avezzano
insieme a Pescara e L’Aquila, tra l’altro…). È invece di gran moda oltre che da
furbetti dichiararsi inizialmente: «né a destra né a sinistra».
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