lunedì 26 marzo 2018

4 way street 41

Scrivo giusto tre considerazioni riguardanti la nuova Giunta comunale.
(La prima). Ritengo che un’amministrazione comunale – anche la più scalcinata, mediocre e ridicola –, sia migliore di un commissario prefettizio. (E poi, una nuova campagna elettorale…). Immaginavo, mi auguravo che finisse così. Si trattava secondo me di una sconfitta politica di Di Pangrazio che perciò non poteva essere ribaltata da una sentenza di tribunale; vi era perciò bisogno di una rivincita in nuove elezioni o dentro il Palazzo di città: non è stata tentata nessuna delle due strade. (È stata una sconfitta particolarmente pesante considerando anche che egli ha condotto la campagna elettorale da sindaco). Che cosa succede comunemente a un esercito in disfatta? Ci si separa e ognuno per la sua strada, senza problemi di direzione; questo è divenuto evidente dopo nove mesi, nel nostro caso. (Faceva parte della truppa dipangraziana, anche il partito più votato alle Amministrative, l’Udc). Continuo a chiedermi: perché De Angelis, ma anche l’altra «parte», ci ha impiegato tanto tempo a capire tale situazione? (L’ex-sindaco può solo consolarsi, dopo aver vinto la battaglia per la legalità: «Siamo pronti al confronto come minoranza»; «in modo chiaro e trasparente», mi sembra giusto). In fine: c’era purtroppo chi credeva che la giustizia amministrativa avrebbe lasciato tutto com’era, ad Avezzano.
(La seconda). Scrivevo l’anno passato, «Dovendosi rapportare ai palazzi romani del potere (leggi: alleanza politica che ruota intorno al Pd) per una qualche questione – come ho già scritto –, chi introdurrà un nostro uomo delle istituzioni, almeno fino all’addio del mite Gentiloni nel febbraio 2018? […] Si può anche concordare con la scarsa utilità di Giuseppe Di Pangrazio nei confronti del comprensorio per via del suo rapporto basato sulla sottomissione con D’Alfonso (di nuovo: alleanza elettorale intorno al Pd). Mi chiedo: farà meglio qualcun altro dell’attuale schieramento «locale» di De Angelis o del centro-destra – che mancherà per un altro paio d’anni?», 30 giugno 2017. Applico lo stesso ragionamento all’oggi. (Allora consideravo come gli avezzanesi, non avessero realizzato un buon affare a scegliere De Angelis perché staccato da un contesto regionale e nazionale – nonostante l’endorsement di Silvio Berlusconi pochi giorni prima del voto). Abbiamo oggi tre simboli di partito nella nuova maggioranza, il sindaco ha promesso d’iscriversi, a breve, a Forza Italia. Bisogna aggiungere che in Abruzzo si voterà anticipatamente, che il centrodestra ha delle ottime possibilità di vincere anche le prossime Regionali. È difficile prevedere il prossimo governo nazionale ma sarà in ogni modo sbilanciato verso destra. Siamo messi meglio di luglio 2017 come avezzanesi, senza dubbio.

(La terza). I traditori e i traditi: la dabbenaggine dei secondi. (In simili casi è preferibile non presentarsi alle elezioni, non impegnarsi in campagna elettorale e non votare). Ho già trattato di queste cose nei primi post della serie, mi porto avanti con il lavoro. (Si fa tanto per dire: non scriverò per niente sulle prossime Regionali, non ne sono capace). L’altro Abruzzo è un’alleanza politica che attacca «lista civica» a «territorio». È strano o no? Reclama potere non si capisce bene a chi, anche se si presume a chi ne ha di più; uno immagina una serie di listerelle provenienti da che so, Bisegna, Pero dei Santi e invece si trova di fronte alle città più popolose e importanti dell’Abruzzo. È strano anche questo o no? (Avezzano insieme a Pescara e L’Aquila, tra l’altro…). È invece di gran moda oltre che da furbetti dichiararsi inizialmente: «né a destra né a sinistra».

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