domenica 11 marzo 2018

Parlare chiaro

Nella vicenda dell’ex-Arssa, ho descritto i suoi contorni come a giustificare il mio mancato impegno. Ho anche evitato di confondermi con la raccolta di firme telematica (Sergio Di Cintio), con Lions, Pro loco e Rotary. Mi è parso strano sia spuntata fuori, all’improvviso, una simile coscienza da parte loro – è consigliabile una scorsa alle liste delle nostre Amministrative 2017 per capirne qualcosa. (Mi fido poco più che altro di chi non opera direttamente nella produzione culturale).
È bene ricordare i risultati delle Amministrative; sommando le percentuali di chi ha vinto e di chi è stato sconfitto al ballottaggio, appare chiaro che circa l’ottanta per cento di chi è andato a votare è favorevole alle forze politiche che vogliono la Polizia locale dentro l’ex-Arssa. (Evito di contare le altre liste). Potevo scriverne giusto su questo blog e in quel modo, soprattutto dopo l’incontro del Comune con la Soprintendenza; è scontato anche il parere della seconda. In fondo, che cosa è stato chiesto alla Soprintendenza? Finestre a nastro nella facciata del Palazzo? No. Controsoffittature in una stanza dal plafond affrescato? Nemmeno. Un piano in più, ma solo in un’ala del palazzo? Neppure. Loro, si saranno resi conto che da noi, si ha un’idea piuttosto vaga di quel palazzo. (Ripeto: l’unico che abbiamo da queste parti).
L’unica novità di rilievo negli ultimi giorni è stata la quantificazione, da parte del sindaco, dell’operazione: la Polizia locale occuperà solo quindici stanze su cinquantacinque.
Che cosa ne penso? La Polizia locale dentro Palazzo Torlonia è una pacchianata; è solo una delle numerose cafonate che si osserva passeggiando tranquillamente per Avezzano. Giusto venerdì scorso, ricordavo a un conoscente che nel nostro capoluogo (39mila residenti) una delle arterie passa per la piazza principale. Tutto ciò è naturale per la grande maggioranza dei compaesani. (‘Sopra il cappotto porta la giacca | E sopra il gilè la camicia. | Sopra le scarpe porta le calze, | Non ha un botton | E con le stringhe tien su i calzon’).

Il locale Archeoclub ha rammentato di recente (10 marzo 2018) il contenuto dell’accordo tra Regione e Comune: «La delibera della Giunta, infine, tradisce il protocollo d’intesa 21.7.2015 con il quale la Regione ha concesso al Comune l’uso del Palazzo e del parco circostante sulla premessa che il complesso ‘costituisce patrimonio-storico-architettonico di pregevole valenza che acquisirebbe considerevole valorizzazione attraverso una destinazione a scopi di interesse culturale e sociale per la massima fruizione da parte della collettività’». Sarebbe ganzo che l’Abruzzo denunciasse il mancato rispetto dei patti da parte degli avezzanesi. (A proposito: chi hanno spedito da queste parti al Consiglio regionale?).

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