giovedì 22 marzo 2018

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(Ok, vuoto il sacco). Riprendo dall’inizio. Avevo già citato «C’è stata la volontà politica di far tornare il comando […] vicino al palazzo comunale» – Luca Montanari 6 febbraio 2018 –, aggiungendo una mia considerazione: «È una motivazione di tipo geografico più che altro», 2 marzo 2018. La geografia, lo spazio in questione era quello della mia adolescenza non quello in cui viviamo immersi ai nostri giorni. (Lo stesso comunicato comprendeva anche, di Gabriele De Angelis: «il presidio di polizia torna […] nel centro della città e si riavvicina alle istituzioni»).
Frasi del genere sarebbero suonate ridicole in gioventù per ciò che passava il convento – nel senso: i libri che leggevo allora. È invece il nostro paesaggio «naturale» tutto ciò, trent’anni e passa dopo. Posso telefonare e ricevere chiamate lontano dal mio «fisso», con il mio cellulare; potrei sostituire un decimo del lavoro al computer da cui sto pubblicando avendo uno smartphone stando lontano dalla mia solita (amata) postazione. È recente la notizia di un’automobile sperimentale senza guidatore che ha investito un pedone, negli Stati Uniti; da una dozzina d’anni, alcune azioni anti-terrorismo che prevedono uccisioni sono svolte da droni guidati a migliaia di chilometri di distanza.
Il Comando della nostra Polizia locale potrebbe perciò stare comodamente a Castelnuovo, a Paterno o a Cese: gli agenti si spostano con mezzi motorizzati nelle loro attività, ormai da alcuni decenni. È ridicolo anche parlare di «presidio di sicurezza, per di più adiacente a un parco frequentato da bambini e famiglie», 17 marzo 2018. Tutto ciò vuol dire che vi sarà uno o due agenti distaccati presso due finestre e intenti a sorvegliare i parchi, dietro le tende? (Parco ex-Arssa e piazza A. Torlonia, visto che ci siamo). Che senso ha tutto ciò, dopo decenni di tecnologie dedicate alla telesorveglianza? Ci pensano ormai le telecamere piazzate quasi ovunque in città a sorvegliare i luoghi dove viviamo e non vi è bisogno di gente che si sposta per andare a guardare. (Siamo fermi, secondo l’idea dominante ad Avezzano, agli inseguimenti a piedi come nelle prime comiche di Stanlio e Ollio). A proposito: funzionano – tutte, in parte – le numerose telecamere istallate in città da anni? (Quello che ho scritto non significa necessariamente che le pattuglie siano divenute inservibili negli ultimi anni; è vero altresì che i vigili urbani non sono in grado d’intervenire in tutti i casi di delinquenza: talvolta è più utile mobilitare la Polizia di Stato mentre in determinate situazioni, è meglio chiamare il 112).
Ok, i vigili urbani in una situazione – diciamo – tranquilla; chi sarà invece collocato intorno alla nostra famigerata stazione ferroviaria: i fucilieri di marina, i paracadutisti in assetto di guerra? (Non avrebbe guastato nell’ultimo mese l’intervento di un qualsiasi giornalista avezzanese con la voglia di entrare nel merito della questione. Solo uno, per carità).

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