(Ok, vuoto il sacco). Riprendo
dall’inizio. Avevo già citato «C’è stata la volontà politica di far tornare il
comando […] vicino al palazzo comunale» – Luca Montanari 6 febbraio 2018 –, aggiungendo
una mia considerazione: «È una motivazione di tipo geografico più che altro», 2 marzo
2018. La
geografia, lo spazio in questione
era quello della mia adolescenza non quello in cui viviamo immersi ai nostri
giorni. (Lo stesso comunicato comprendeva anche, di Gabriele De Angelis: «il
presidio di polizia torna […] nel centro della città e si riavvicina alle
istituzioni»).
Frasi del
genere sarebbero suonate ridicole in gioventù per ciò che passava il convento –
nel senso: i libri che leggevo allora. È invece il nostro paesaggio «naturale»
tutto ciò, trent’anni e passa dopo. Posso telefonare e ricevere chiamate lontano dal mio «fisso», con il mio
cellulare; potrei sostituire un decimo del lavoro al computer da cui sto
pubblicando avendo uno smartphone
stando lontano dalla mia solita (amata)
postazione. È recente la notizia di un’automobile sperimentale senza guidatore
che ha investito un pedone, negli Stati Uniti; da una dozzina d’anni, alcune
azioni anti-terrorismo che prevedono uccisioni sono svolte da droni guidati a migliaia di chilometri di distanza.
Il Comando della nostra Polizia locale
potrebbe perciò stare comodamente a Castelnuovo, a Paterno o a Cese: gli agenti
si spostano con mezzi motorizzati nelle loro attività, ormai da alcuni decenni.
È ridicolo anche parlare di «presidio di sicurezza, per di più adiacente a un
parco frequentato da bambini e famiglie», 17 marzo 2018. Tutto ciò vuol dire
che vi sarà uno o due agenti distaccati presso due finestre e intenti a sorvegliare i parchi, dietro le tende? (Parco ex-Arssa e
piazza A. Torlonia, visto che ci siamo). Che senso ha tutto ciò, dopo decenni
di tecnologie dedicate alla telesorveglianza? Ci pensano ormai le telecamere
piazzate quasi ovunque in città a sorvegliare i luoghi dove viviamo e non vi è
bisogno di gente che si sposta per andare
a guardare. (Siamo fermi, secondo l’idea dominante ad Avezzano, agli
inseguimenti a piedi come nelle prime comiche di Stanlio e Ollio). A proposito:
funzionano – tutte, in parte – le numerose telecamere istallate in città da
anni? (Quello che ho scritto non significa necessariamente che le pattuglie
siano divenute inservibili negli ultimi anni; è vero altresì che i vigili
urbani non sono in grado d’intervenire in tutti i casi di delinquenza: talvolta
è più utile mobilitare la Polizia di Stato mentre in determinate situazioni, è
meglio chiamare il 112).
Ok, i vigili urbani in una situazione – diciamo – tranquilla;
chi sarà invece collocato intorno
alla nostra famigerata stazione ferroviaria: i fucilieri di marina, i
paracadutisti in assetto di guerra? (Non avrebbe guastato nell’ultimo mese
l’intervento di un qualsiasi giornalista avezzanese
con la voglia di entrare nel merito
della questione. Solo uno, per carità).
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