«Rispondi tu
o rispondo io? Rispondi tu o rispondo io?». «Sì, scusa, ma tu dove […]
rispondi?». Si discuteva della lettera aperta di Gianluca Tarquinio apparsa il
14 marzo su TerreMarsicane e
riguardante, tanto per cambiare, la vicenda della Polizia locale dentro Palazzo
Torlonia. Era una chiamata alla mobilitazione da parte di uno del direttivo Pro
loco Avezzano, l’associazione cittadina con il più alto numero d’iscritti
contando lo sproposito di 5mila soci
su 42mila abitanti. (È la prima
stranezza che mi era saltata in testa: uno ci marcia su L’Aquila o Pescara, con
un simile seguito).
Solo che a
me a differenza del mio interlocutore, non interessa minimamente la parte
cosiddetta culturale, delle associazioni, in particolare: «tutte quelle che nel
passato hanno beneficiato del Palazzo e del Parco annesso invitando VIP o
realizzando stupende ambientazioni teatrali e/o musicali [sic]». M’interessano gli altri invece. Tarquinio si chiede: «Gli
altri componenti del Consiglio Comunale sottoscrivono tale insensata
iniziativa?». La domanda non aveva alcuna ragion d’essere perché il giorno
precedente (13 marzo) era intervenuto Francesco Eligi; il rappresentante M5s
aveva anche impostato la questione in un altro modo e bisognava perciò farci i
conti. (Io non trovo per niente pernicioso il disinteresse del mondo politico
locale anzi, non a caso ho titolato qualche post dedicato all’argomento The Duellists).
Ho già
pubblicato questo stralcio d’intervista: «si
era valutata l’opportunità di destinare alcune stanze delle strutture presenti
nel Parco alla polizia municipale», TerreMarsicane
9 febbraio 2018. È Giovanni Di Pangrazio che parla e noi ci rendiamo conto che
la vicenda Arssa non è partita né quest’anno né sotto Gabriele De Angelis. Un
mese dopo, Augusto Di Bastiano spiega che: «si è sempre parlato di presidio e
non di trasferimento», MarsicaLive 12
marzo 2018. Trovo abbastanza strano che l’associazione (Pro loco Avezzano) che più di ogni altra utilizza il complesso
ex-Arssa, ignorasse tutto ciò.
In
quell’occasione, Di Bastiano scrive anche: «un presidio della Polizia Locale, […]
è altra cosa rispetto al trasferimento di tutto il settore». Per essere chiari:
una buona parte di chi si è indignato pubblicamente in quest’occasione, non
avrebbe certo aperto bocca in caso DiPangrazio2 avesse trasferito un imprecisato pezzo del Comando dentro Palazzo
Torlonia. (In sintesi: per rovinare un frac è sufficiente indossarlo sopra una
muta da sub o devo aggiungere necessariamente
un cappellaccio tirolese con la piuma?)
Interrogandosi
ancora sul silenzio delle persone che si occupano di cultura, poeti, scrittori
e pittori, l’uomo Pro loco infila a un certo punto: «non devo pagare nessuna
cambiale elettorale». Un qualsiasi leguleio considererebbe deciso, con il
ditino alzato: «Excusatio non petita,
accusatio manifesta!».
Ecco, in
genere uno sceglie le persone con cui portare avanti una rivendicazione.
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