(Ne avrei
scritto senza sollecitazioni). Si è parlato in Comune di un nuovo progetto
riguardante piazza del Mercato, mercoledì scorso – è stata «una lunghissima
presentazione», Francesco Eligi (M5s) dixit.
Ho
apprezzato a suo tempo l’eliminazione delle baracche metalliche: era una banale
questione d’igiene. Sono stato d’accordo anche con l’eliminazione delle
automobili dentro la piazza, durante il pomeriggio e la sera: tale tipo di
spazio deve contenere dell’altro, in Europa. (Mi aspettavo in questi anni la
sua colonizzazione da parte di qualche gruppo di adolescenti nel periodo estivo).
Ho scritto
in precedenza sulla nuova destinazione delle piazze del Mercato e san
Bartolomeo. Ho invitato a non riporre eccessiva fiducia nelle operazioni di restyling – si tratta di questo: l’architettura
riguarda le tre dimensioni, lo spazio, il cemento armato, l’acciaio mentre il
nostro caso prevede l’impiego di comuni elementi d’arredo urbano. (Lo stesso Eligi mi sorprende assai nel parlare –
correttamente – di «progetto di ammodernamento»: si tratta proprio di ripetere
da noi operazioni andate in porto da decenni,
altrove). Vale lo stesso discorso per l’architettura tout court: il successo di un elemento – seppur «firmato» o di
pregio – non è mai scontato.
Nella mia
ultima pubblicazione ho spiegato i numerosi motivi per cui il Quadrilatero è
divenuto così. In sintesi: meno gente abita al centro, tale zona attrae meno
rispetto a quaranta, cinquant’anni fa. (Leggere: «abbiamo fatto in modo di
poter tornare indietro nel tempo», fa tenerezza. Non può ripetersi un periodo
in cui «i
contadini vendevano i prodotti della terra» in quel posto, perché da noi un tempo simile
probabilmente non c’è stato nell’ultimo secolo di vita della città)
C’è da
essere ottimisti nel nostro caso, più che con piazza san Bartolomeo, perché la
tettoia, i pilastri che la sorreggono sono maggiormente attrattivi, secondo le nostre abitudini spaziali, rispetto
alle panchine e ai mattoncini colorati sistemati a terra. Dovrebbe andare bene,
secondo me e spero che il sindaco inauguri l’opera con la fascia; si tratta
appunto di un ammodernamento – il rendering
del progetto lascia il tempo che trova: la figura umana serve giusto per dare
un’idea delle dimensioni.
Dalla
cronaca della conferenza stampa di MarsicaLive
è possibile anche capire la brutta fine che farà il progetto del restyling di piazza Risorgimento: «Il
sindaco ha inoltre chiarito che […] partiranno anche dei lavori per la
riqualificazione della parte superiore di piazza Risorgimento che coinvolgerà
anche il tratto adiacente di via Corradini. Subito dopo ci sarà una fase di
studio insieme alle associazioni di categoria sull’isola pedonale permanente.
Si dovrà capire insieme se ci sono le condizioni per realizzarla e come». La più
che solerte vecchia (nuova) maggioranza questa volta ha lasciato correre perché
pensa allo stesso modo.
Ha avuto
successo – chissà perché? – il post sulla nevicata (1 marzo), pochi giorni dopo
(6) è stata registrata una slavina nel Canalone (monte Velino). Io avevo
scritto di «neve
insolitamente loffia, quella che scompare dopo una mattinata di sole»; ecco, i compaesani
non riconoscono più nemmeno fenomeni meteorologici semplici: escono da casa,
trovano la neve e inveiscono contro il sindaco, automaticamente.
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