sabato 23 giugno 2018

Crossroads

Mi allargo nuovamente un po’, per una vicenda che – secondo me – ha trovato scarso rilievo nell’opinione pubblica nazionale mentre io indugiavo sulle questioni locali. Il biblista Gianfranco Ravasi ha citato, riferendosi alla vicenda della nave Aquarius, un pezzo del verso 43 del Vangelo attribuito a Matteo (25, Il giudizio finale): ‘ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Si è scatenato il (prevedibile) putiferio nel web contro il cardinale settantenne. (Avrete certo notato un video nella ricorrenza dell’Appello del 18 giugno, in cui il presidente francese ha rimbrottato un ragazzo che così si era a lui rivolto: «Ça va Manu?»). È stata senza dubbio una sua imprudenza, però era anche da evitare le trite amenità che comunemente s’indirizzano agli uomini di chiesa in casi del genere – a un simile personaggio in particolare. La shit storm non ha, infatti, impedito che il rispettabilissimo biblista e la gentaglia che l’ha violentemente attaccato nel web, rimanessero tali; abbiamo assistito a una carnevalata: il potere è una faccenda piuttosto seria e complicata.
Ho però riflettuto, ruminato un po’ sulla prima parte di quel verso, quella citata: ‘ero forestiero e non mi avete ospitato’. Ho ripensato almeno ai miei anni Settanta, a chi li ha vissuti come me auto-stoppando nell’Europa d’allora, quella della Guerra fredda. In realtà, nessuno mi ha mai aiutatoimpedito nei miei viaggetti. Nessuno mi ha mai detto che trovandomi a München e volendo raggiungere Stuttgart nel mio solito giro, dovevo evitare di passare per Augsburg; oppure che non potevo metter piede – per qualche altro nobile motivo – all’Alte Pinakothek (München). (Mai richiesto aiuto in giro perché la strada è come la montagna: duri poco se non sei abbastanza tosto).
Io facevo quella vita nel tempo libero e nei mesi caldi, non come le molte migliaia di africani – di passaggio in Italia, in ogni periodo dell’anno – che negli ultimi decenni provano a sopravvivere cambiando continente. Qualcuno che si sta sciroppando in questi mesi KM200, noterebbe che le persone si spostano dove vi è maggiore richiesta di manodopera. Qualcun altro canticchierebbe: ‘How does it feel | How does it feel | To be without a home’.
A proposito, il brano citato in precedenza è da inquadrare in questo modo: ‘Poi [il Signore] dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. | Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; | ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato’ (Ibidem, 41-43).
Well, I’m so tired of crying | But I’m out on the road again | I’m on the road again’.

Nessun commento:

Posta un commento