Mi allargo
nuovamente un po’, per una vicenda che – secondo me – ha trovato scarso rilievo
nell’opinione pubblica nazionale mentre io indugiavo sulle questioni locali. Il
biblista Gianfranco Ravasi ha citato, riferendosi alla vicenda della nave
Aquarius, un pezzo del verso 43 del Vangelo
attribuito a Matteo (25, Il giudizio finale): ‘ero
forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in
carcere e non mi avete visitato’. Si è scatenato il (prevedibile) putiferio nel web
contro il cardinale settantenne. (Avrete certo notato un video nella ricorrenza
dell’Appello del 18 giugno, in cui il presidente francese ha rimbrottato un
ragazzo che così si era a lui rivolto: «Ça
va Manu?»). È stata senza dubbio una sua imprudenza, però era anche da
evitare le trite amenità che comunemente s’indirizzano agli uomini di chiesa in
casi del genere – a un simile personaggio in particolare. La shit storm non ha, infatti, impedito che
il rispettabilissimo biblista e la gentaglia che l’ha violentemente attaccato
nel web, rimanessero tali; abbiamo assistito a una carnevalata: il potere è una
faccenda piuttosto seria e complicata.
Ho però riflettuto,
ruminato un po’ sulla prima parte di quel verso, quella citata: ‘ero forestiero e non mi avete ospitato’. Ho ripensato almeno
ai miei anni Settanta, a chi li ha vissuti come me auto-stoppando nell’Europa
d’allora, quella della Guerra fredda. In realtà, nessuno mi ha mai aiutato né impedito nei miei viaggetti. Nessuno mi ha mai detto che trovandomi a München e
volendo raggiungere Stuttgart nel mio solito giro, dovevo evitare di passare
per Augsburg; oppure che non potevo metter piede – per qualche altro nobile motivo
– all’Alte Pinakothek
(München). (Mai richiesto aiuto in
giro perché la strada è come la montagna: duri poco se non sei abbastanza tosto).
Io facevo
quella vita nel tempo libero e nei mesi caldi, non come le molte migliaia di africani
– di passaggio in Italia, in ogni periodo dell’anno – che negli ultimi decenni
provano a sopravvivere cambiando
continente. Qualcuno che si sta sciroppando in questi mesi KM200, noterebbe che le persone si spostano dove vi è maggiore richiesta
di manodopera. Qualcun altro canticchierebbe: ‘How does it feel | How does
it feel | To be without a home’.
A proposito,
il brano citato in precedenza è da inquadrare in questo modo: ‘Poi [il Signore] dirà a quelli alla
sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il
diavolo e per i suoi angeli. | Perché
ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete
dato da bere; | ero forestiero e non
mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi
avete visitato’ (Ibidem, 41-43).
‘Well, I’m so tired of crying | But I’m out
on the road again | I’m on the road
again’.
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