lunedì 11 giugno 2018

Epocalismo x 2

Secondo qualcuno ho perso un’occasione per cantarle chiare ad altri, lo scorso 24. Preferisco invece scrivere per chi mi cerca o mi trova: è tempo perso parlare quando vi è di mezzo l’ipocrisia. La fuga è la scelta migliore quando s’incrocia uno o più ipocriti: che recitino la loro commedia da soli e alla fine, si applaudano pure.
Andando a zonzo, noto degli edifici cui in questo periodo applicano un «cappotto» – il committente utilizza quattrini pubblici (pochi, molti, così-così). È più raro assistere a costruzioni in via di adeguamento strutturale, per preservarli dalla furia dei terremoti – anche questa volta con quattrini pubblici (pochi, molti, così-così). La nostra pista ciclabile (nord) fu anch’essa finanziata con denaro pubblico e vale lo stesso discorso per il sistema pensato di recente dall’amministrazione De Angelis e di cui si è discusso recentemente. Sono azioni che lo Stato italiano, l’Europa ritiene virtuose in questo periodo storico e perciò, le promuove. (Per intenderci: i governi finanziano da anni opere per ridurre lo spazio a disposizione delle automobili, anche se da noi non si è minimamente compreso).
Prende invece quindici anni di reclusione chi uccide una persona: perché? Perché lo Stato italiano vuole dissuadere dal compiere atti del genere. (È forse difficile capire le prime tre cose, questa proprio no).
Si riferiva a «programmazione partecipata» (M5s), l’espressione «fumoso processo democratico», nell’ultimo post. Che cosa nasconde tale cortina fumogena? Essa occulta la città come luogo del conflitto e perciò della politica. (Un esempio banale. Non puoi comporre una vertenza che oppone il proprietario, i lavoratori, le migliaia di frequentatori di una discoteca e i quattro gatti che abitano da quelle parti e perciò, non dormono per il rumore: che fai allora? È una questione di responsabilità, di scelta).
La questione è che continuiamo ad aggirarci nei dintorni di uno strumento (Pgtu) commissionato, pagato, adottato dal Comune d’Avezzano e disatteso da quindici anni; un altro sindaco – il primo è stato Antonello Floris – decide di metterci le mani in qualche modo (bene, male, non interessa), con l’estensore dello stesso (Luca Persia) e invece M5s benaltreggia rimbrottandolo d’essere poco democratico. Bisognerebbe capire da parte di chi si ritrova seduto sullo scranno di un consiglio comunale, che un’Amministrazione ha già deciso, dal 2003, di muovere – seppur in modo contraddittorio – in una certa direzione. (Il nostro Prg prevede, tra l’altro, una pedonalizzazione più estesa di quella contestata). Tutto questo è successo non il 25 o il 26 maggio, bensì il 9 giugno dopo le sortite delle associazioni di categoria.
(Vizi pubblici e privati). Nel web molti razzisti proclamano «Ho molti amici musulmani e perfino negri», gli omofobi sventolano «Ho molti amici e conoscenti gay». In questo sputo di città succede lo stesso ma con gente che sciorina: «Vado al lavoro in bicicletta», «Mi vedi mai parcheggiare la macchina prima di alzare la saracinesca?». In sintesi: in bici per conto mio sì, ma la pista ciclabile pubblica no, a piedi ovunque sì ma l’isola pedonale – decisa, istituita da chi rappresenta la cittadinanza –, no. (È lo Stato a decidere dove andare a parare, non le simpatie o antipatie di un singolo).
(Il vecchio che avanza). Quarant’anni fa nella mia facoltà (Roma) s’insegnava a risanare, ricucire le borgate, la periferia al resto della città; i governi Renzi e Gentiloni Silverj si sono mossi – a denari – in tal senso spronati dall’architetto, senatore a vita, ottantunenne Renzo Piano che sta impegnando anche tempo e quattrini propri. Ad Avezzano invece s’insiste con il rilancio di un pezzo di via C. Corradini, dagli anni Novanta – ciao core!

Tutti abbiamo alle spalle una storia – anche un blues da piangere –, immaginarsi una città, una regione, uno stato…

Nessun commento:

Posta un commento