Secondo
qualcuno ho perso un’occasione per cantarle chiare ad altri, lo scorso 24. Preferisco
invece scrivere per chi mi cerca o mi trova: è tempo perso parlare quando vi è
di mezzo l’ipocrisia. La fuga è la scelta migliore quando s’incrocia uno o più
ipocriti: che recitino la loro commedia da soli e alla fine, si applaudano pure.
Andando a
zonzo, noto degli edifici cui in questo periodo applicano un «cappotto» – il
committente utilizza quattrini pubblici (pochi, molti, così-così). È più raro
assistere a costruzioni in via di adeguamento strutturale, per preservarli
dalla furia dei terremoti – anche questa volta con quattrini pubblici (pochi,
molti, così-così). La nostra pista ciclabile (nord) fu anch’essa finanziata con
denaro pubblico e vale lo stesso discorso per il sistema pensato di recente
dall’amministrazione De Angelis e di cui si è discusso recentemente. Sono azioni che lo Stato italiano, l’Europa ritiene virtuose in questo periodo storico e perciò, le promuove. (Per
intenderci: i governi finanziano da anni
opere per ridurre lo spazio a disposizione delle automobili, anche se da
noi non si è minimamente compreso).
Prende
invece quindici anni di reclusione chi uccide una persona: perché? Perché lo
Stato italiano vuole dissuadere dal
compiere atti del genere. (È forse difficile capire le prime tre cose, questa proprio
no).
Si riferiva
a «programmazione partecipata» (M5s), l’espressione «fumoso processo
democratico», nell’ultimo post. Che cosa nasconde tale cortina fumogena? Essa occulta
la città come luogo del conflitto e
perciò della politica. (Un esempio
banale. Non puoi comporre una vertenza che oppone il proprietario, i
lavoratori, le migliaia di frequentatori di una discoteca e i quattro gatti che
abitano da quelle parti e perciò, non dormono per il rumore: che fai allora? È una questione di
responsabilità, di scelta).
La questione
è che continuiamo ad aggirarci nei dintorni di uno strumento (Pgtu) commissionato, pagato, adottato dal Comune d’Avezzano e disatteso da quindici anni; un altro
sindaco – il primo è stato Antonello Floris – decide di metterci le mani in
qualche modo (bene, male, non interessa), con l’estensore dello stesso (Luca Persia) e invece M5s benaltreggia rimbrottandolo d’essere
poco democratico. Bisognerebbe capire da parte di chi si ritrova seduto sullo
scranno di un consiglio comunale, che un’Amministrazione ha già deciso, dal 2003, di muovere – seppur in modo
contraddittorio – in una certa direzione. (Il nostro Prg prevede, tra l’altro, una pedonalizzazione più estesa di
quella contestata). Tutto questo è successo non il 25 o il 26 maggio, bensì il
9 giugno dopo le sortite delle
associazioni di categoria.
(Vizi
pubblici e privati). Nel web molti razzisti proclamano «Ho molti amici musulmani e perfino negri», gli omofobi sventolano «Ho molti amici e conoscenti gay». In
questo sputo di città succede lo stesso ma con gente che sciorina: «Vado al
lavoro in bicicletta», «Mi vedi mai parcheggiare la macchina prima di alzare la
saracinesca?». In sintesi: in bici per conto mio sì, ma la pista ciclabile pubblica no, a piedi ovunque sì ma
l’isola pedonale – decisa, istituita da chi rappresenta la cittadinanza –, no. (È lo Stato a decidere dove andare a parare, non le simpatie o antipatie di un
singolo).
(Il vecchio
che avanza). Quarant’anni fa nella mia
facoltà (Roma) s’insegnava a risanare,
ricucire le borgate, la periferia al resto della città; i governi Renzi e
Gentiloni Silverj si sono mossi – a denari – in tal senso spronati dall’architetto,
senatore a vita, ottantunenne Renzo Piano che sta impegnando anche tempo e
quattrini propri. Ad Avezzano invece s’insiste con il rilancio di un pezzo di via C. Corradini, dagli
anni Novanta – ciao core!
Tutti
abbiamo alle spalle una storia –
anche un blues da piangere –,
immaginarsi una città, una regione, uno stato…
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