martedì 5 giugno 2018

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(Deluderò anche questa volta) È una situazione un po’ strana perché qualcuno che ha votato alle ultime Politiche come te o giù di lì, ti chiede di pubblicare qualcosa contro la nuova compagine governativa. Non si può fare in generale perché un governo è da giudicare per ciò che esso produce nella vita dei cittadini; qualcuno parte con una legge, un provvedimento, una circolare oggi ma bisogna aspettare qualche tempo prima di apprezzarne i risultati. (Non lo farò tra cinque anni, considerando le caratteristiche del blog). Più che criticare il governo dovrei rispondere in realtà alla domanda: «Che fare noi adesso?». Nel senso: come battere alle prossime elezioni o nelle piazze questi qua?
Bisogna conoscere i propri avversari, tanto per cominciare. Sono stati i nipoti degli anni Ottanta a vincere le Politiche, avendo ben compreso, riadattato il fenomeno Berlusconi e il post-modern – il modo di citare a vanvera soprattutto. (Un esempio illuminante è l’uso disinvolto degli scritti di Pasolini sull’antifascismo, da anni). È riduttivo e forse inutile parlare di vittoria della destra: la questione è più complicata; ritengo sia più interessante descrivere l’ambiente culturale in cui si è prodotto questo fenomeno che non è circoscritto a un’area politica, ma investe l’intera società. (Ok, circolano molti più fascisti oggi di quando ero giovane io, ma raccomando anche la lettura di: C. Raimo, Ritratto del neofascista da giovane, in «Internazionale» 29 gennaio 2018).
Parto dalla mia esperienza. Come mi sono comportato a livello elettorale, tra dicembre 1979 (nuove centrali) e novembre 1987 (referendum contro il nucleare)? Ho messo la croce sui partiti anti-nucleari; pesava nelle mie scelte quest’argomento (issue) almeno per l’80%. M’interessava anche il resto (industria, istruzione, cultura, diritti, sanità). Sono tornato sul classico nel ventennio seguente; negli ultimi dieci anni escludo i partiti euroscettici e anti-Ue ma è sempre un argomento a indirizzare le mie scelte. Gli altri? Durante Guerra fredda da noi, erano fondati partiti secessionisti (Liga Veneta, Lega Lombarda) eppure, vi era bisogno della massima unità tra le forze NATO e a maggior ragione, dentro i singoli stati che componevano tale alleanza militare.
Non si può giudicare l’azione di governo perché non è iniziata, ma io posso dire qualcosa in generale sui modi del «contratto» da attuare. L’idea che io mi sono fatto dello stesso, è che siano state ricavate, delimitate quattro aree legate a temi particolari che stanno a cuore alle due forze politiche della maggioranza – lavoro per M5s, sicurezza per la Lega. La prima è zona d’influenza di M5s, la seconda è territorio della Lega, la terza è un luogo in cui si negozia di volta in volta – sperando di non litigare troppo –, nella quarta sono confinati degli argomenti che non saranno trattati nei prossimi cinque anni. (Ci sarà da annoiarsi nell’assistere alle pantomime nella terza; ha rilevato la quarta – ignoro la sua ampiezza –, il rimbrotto di Matteo Salvini a Lorenzo Fontana, attaccato a sua volta da Lgbt). Tale schema è utile anche per continuare la campagna elettorale da parte dei due vincitori senza dare troppo nell’occhio.
I giganteschi spezzoni del mondo della mia giovinezza sono andati in frantumi, quando non polverizzati ed è stato possibile tutto ciò che notiamo oggi; la politica anziché indirizzare o addirittura surfare sul cambiamento, essa l’ha prima subito e poi provato a utilizzarlo – questo governo in particolare e in modo magistrale. Un politico deve sbattersi, dannarsi l’anima per trovare fondi a molti zeri e salvare una fabbrichetta con una decina di operai, con il rischio che poi chi ci lavora non ti voterà mentre semplicemente cancellando qualche riga del Codice, tu fai felici migliaia di desiderose di armarsi; è sufficiente un tweet per far impazzire altrettante migliaia di adoratori di Putin non conosci. Fai bingo se con un tratto di penna abbassi l’Iva ai prodotti per «i nostri amici a quattro zampe». (Si tratta ancora, a distanza di decenni e nonostante tutto, di un argomento).
Oggi la politica non potendo cambiare abbastanza né così-così il mondo, riesce in compenso ad accontentare moltissimi nel breve periodo, più di quanti e quanto non si possa immaginare; a fidelizzarli, a non averceli contro. (Un altro esempio personale: sono soddisfatto per Sergio Costa al Ministero dell’ambiente).
Bisogna conoscere soprattutto se stessi per battere chi è più forte di noi – non è certo un gioco da ragazzi. (Tanto di cappello ancora a Matteo Salvini per aver calato nella testa degli italiani la convinzione che il suo, è un partito anti-establishment).
Si sono fronteggiati «Famiglia Arcobaleno» e «famiglia naturale», come ho accennato. Il primo è almeno un sotto-genere; vale all’incirca lo stesso discorso per il secondo che è anche un falso storico, ma possiede il cospicuo vantaggio di essere precedente. (Consiglio la lettura dei classici del buddhismo, ancora una volta; a tempo perso anche J.-F. Lyotard, La condition postmoderne, 1979; tr. it. 1981).

Trent’anni fa la famosa, tremenda tappa del Gavia, io ero appena arrivato a Bormio.

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