giovedì 7 giugno 2018

un retroscena

Più di qualche sollecitazione di persone che frequento, ha potuto un incontro fortuito. Chiacchieravo del mio malanno con un medico (in pensione) quando si è intrufolato un signore, che è partito in quarta contro l’ex-ministra Monica Cirinnà per via delle unioni civili – perché donna, a dirla tutta. Ho ribattuto che non si è trattato di una rivoluzione né di un cambiamento rilevante: ci siamo allineati un po’ agli altri Paesi europei. È poi toccata agli arabi; le mie conoscenze in materia si riducono a meno delle dita di una mano, come la maggioranza dei compaesani: si tratta di persone residenti da decenni in Italia, che hanno alle spalle studi universitari. Sono perciò esploso in una fragorosa risata quando mi è pervenuto alle orecchie: «Noi abbiamo un’altra cultura…». (Chi mi conosce sa che sono un po’ stronzo). Mi sono allora deciso a scrivere il lungo post precedente.

Fornisco qualche indicazione su ciò che hanno scritto altre persone sulla compagine M5s-Lega, il primo governo postmodern in Europa: non si tratta di politica stretta, ma ritengo che sia interessante per capire come siamo cambiati un po’ tutti – chi più e chi meno. 1) Massimiliano Panarari: «con queste parole [Giuseppe Conte], assistiamo a un cambiamento linguistico, e al prolungamento di una battaglia per l’egemonia culturale che è stata preparata per tempo dalle forze politiche che lo sostengono. Perché il consenso elettorale nasce in maniera significativa, giustappunto, anche dalla capacità di dominare l’agenda simbolica e di riscrivere il linguaggio della politica», in Conte, le pagelle degli esperti, in «Lettera43» 5 giugno 2018. 2) L. Annunziata, La punizione come riscatto, in «HuffPost» 6 giugno 2018. 3) d.b., Aiuto, al governo è finito il Giuseppe Conte sbagliato! Comincia citando Dostoevskij a casaccio…, in «Pangea» 6 giugno 2018. 4) F. Costa: «Non bisogna scegliere quale di queste due strade percorrere, se la difesa dei diritti sociali o quella dei diritti civili, se quella degli italiani o quella degli immigrati: bisogna imboccarle entrambe contemporaneamente e rinunciare alla scorciatoia di mettere un pezzo di Italia contro l’altro», 6 giugno 2018. 5) D. Facchini, Fact checking su Sergio Bramini, “l’imprenditore fallito per colpa dello Stato”, in «Altreconomia» 5 giugno 2018.

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