Riprendo le
mie vecchie storie, proseguendo sulla scia degli ultimi tre post.
Durante la
scorsa campagna elettorale per le Amministrative, mi sono interessato all’«asfalto
elettorale» sparso a suo tempo da Giovanni Di Pangrazio. È bastata una scorsa
al mio archivio, una ricerca su internet per scoprire che una simile accusa era
stata mossa a quel sindaco fin dalle prime asfaltature in città, in realtà molto
tempo prima dell’aspra e soprattutto lunghissima campagna elettorale per le
Amministrative 2017. Passo adesso a difendere anche l’alleanza elettorale avversa,
giusto per giocherellare un po’.
Ho raccontato
in modo sommario una capatina al parco delle Rimembranze, lo scorso 21 maggio. Avevo pubblicato: «La situazione è
peggiore di quella che si parava davanti agli occhi passeggiando in piazza A.
Torlonia e probabilmente bisognerà tagliare quasi tutte le piante
presenti».
Giovedì scorso
appare nel web una classica notizia estiva:
la caduta di uno o più rami – non ho potuto controllare il numero di persona camminando
ancora a fatica.
È partito
per primo IlFaro24, con questo
esordio: «Tragedia sfiorata ad Avezzano», in Avezzano, Castello Orsini. Si staccano due rami e cadono su un auto [sic] in sosta. (Grassetto mio). Vabbè…
È poi
sopraggiunta quest’altra: «una macchina parcheggiata dietro il parco delle
Rimembranze ad Avezzano è stata schiacciata
da un grosso ramo», F. Falcone, Ramo cade su macchina. Nessun ferito ma
tanta paura, in «MarsicaLive» 31 maggio 2018. (Sono miei i grassetti). Non
si direbbe a giudicare dalle foto pubblicate ma potrebbe esserci dell’altro.
Butto perciò un’occhiata al lemma schiacciare
e spunta questo: «1. a. Premere, comprimere
fortemente, per lo più dall’alto verso il basso, in modo da far perdere al corpo
così compresso la propria forma, da ammaccarlo, romperlo o comunque provocargli
gravi danni o lesioni: attento a non s. le uova; a furia di correre,
i bambini hanno schiacciato l’erba del prato; si è seduto sul mio
cappello di paglia e l’ha schiacciato; s. le patate, dopo averle
cotte e sbucciate; ho schiacciato l’insetto col piede; mi sono
schiacciato un dito nel chiudere la porta». (Treccani dixit).
Segue
quest’altro: P.L.P., Castello Orsini. Albero “pentito” collabora con
l’assessore e si schianta a terra.
Colpita un’autovettura, in «MarsicaWeb» 31 maggio 2018. (Miei i grassetti
anche in questo caso). È bizzarra nell’articolo anche la storia dell’albero che
oltre a «pentirsi», si toglie anche la vita. (‘Di solito così non si fa!’: una persona si pente per aver salva la
vita). Nel caso particolare, quella pianta sarà sicuramente recisa e sostituita
come altre; tutto questo – al 31 maggio 2018 – non è una novità almeno per chi
scorre le pagine web. Questo è più interessante: «[Crescenzo Presutti] Non ha fatto in tempo a teorizzare il
taglio di alcune piante». (Sono miei
i grassetti). Ora riporto un titolo. Presutti:
«Via le 53 piante dal parco del castello, in «IlCentro» 24 maggio 2018; esso deriva da questa considerazione
dell’assessore: «ci sono 53 piante, che sono malate e creano anche pericolo». Si riferisce a tutte.
I tagli tantomeno, non rappresentano una mera elucubrazione dell’assessore
all’Ambiente dopo una seratina alcolica o meglio ancora, lisergica: che se ne
sappia in giro, tutti gli interventi sul verde pubblico sono stati consigliati
da Serafino Di Profio, Marco Fattoretti e Rufino Sgammotta; è citato anche l’agronomo
del Comune Stefano Komel nel caso specifico. (Cfr.: IlCentro, cit., Avezzano:
parco Castello Orsini, in arrivo nuovi alberi e area sgambamento, in «AbruzzoWeb»
23 maggio 2018). In fine. Sarà, ma
le foto pubblicate raccontano ancora
dell’altro; il fusto della pianta anche in queste immagini, resta in piedi più che schiantarsi al
suolo e un ramo, non preme in maniera rilevante (nel senso: da schiacciarlo) sul tetto dell’automobile.
P.S.: buon 2
Giugno a chi ci tiene ancora.
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